DECRETO
MINISTERIALE 9-01-1996
Norme
tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le
strutture metalliche
Parte 2 - Sezione
I
ACCIAIO
SIMBOLOGIA
A - Simboli
A | area |
E | modulo di elasticità longitudinale |
F | azioni in generale |
G | azioni permanenti; modulo di elasticità tangenziale |
I | momento di inerzia |
M | momento flettente |
N | forza normale |
Q | azioni variabili |
S | effetto delle azioni (sollecitazione agente) |
T | momento torcente; temperatura |
V | forza di taglio |
W | modulo di resistenza |
a | distanza, dimensione geometrica, larghezza della sezione di gola dei cordoni di saldatura |
d | diametro |
e | eccentricità |
f | resistenza di un materiale |
h | altezza |
i | raggio di inerzia |
l | lunghezza di un elemento |
p | passo; interasse dei chiodi e dei bulloni |
r | raggio |
s | scarto quadratico medio |
t | spessore |
v | spostamento verticale |
![]() |
coefficiente di dilatazione lineare termica |
![]() |
coefficiente caratteristico di vincolo |
![]() |
coefficiente di sicurezza nel metodo degli stati limite
ultimi (![]() ![]() |
![]() |
coefficiente di variazione |
e | dilatazione |
![]() |
coefficiente di attrito |
n | coefficiente di Poisson |
![]() |
snellezza |
![]() |
tensione normale |
![]() |
tensione tangenziale |
![]() |
coefficiente di amplificazione dei carichi nel carico di punta |
S | sommatoria |
B - Indici
b | bullone; chiodo |
c | compressione |
d | valore di calcolo |
f | attrito |
g | carico permanente |
k | valore caratteristico |
l | longitudinale; lineare |
m | valore medio; materiale; momento flettente |
n | sforzo normale |
p | puntuale |
q | carico variabile |
t | trazione; torsione; rottura |
u | ultimo (stato limite) |
w | anima |
e | deformazione |
g | snervamento |
C - Indici speciali
id | ideale |
red | ridotto |
res | resistente |
rif | rifollamento |
^ | ortogonale |
¦ | parallelo |
D - Simboli ricorrenti
![]() |
componenti di tensione nel riferimento principale |
![]() ![]() |
componenti di tensione nel riferimento generico |
![]() |
tensione normale e tangenziale nei chiodi e nei bulloni |
![]() |
tensione ideale |
![]() |
tensione massima sopportabile da aste compresse in campo elasto-plastico |
![]() |
tensione di rifollamento |
![]() ![]() |
componenti di
tensione nel riferimento convenzionale riferito al giunto
saldato ![]() |
fd | resistenza di calcolo |
fy | tensione di snervamento |
ft | tensione di rottura |
Ares | area resistente |
Ff | forza trasmissibile per attrito |
Ff,rid | forza trasmissibile per attrito ridotta |
Nb | forza normale di trazione nel gambo delle viti |
Sezione
I
Prescrizioni generali e comuni
1. OGGETTO.
Formano oggetto delle
presenti norme le costruzioni di acciaio relative ad opere di
ingegneria civile, eccettuate quelle per le quali vige una
regolamentazione apposita a carattere particolare.
I dati sulle
azioni da considerare nei calcoli sono quelli di cui alle norme
tecniche "Criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzioni e dei carichi e sovraccarichi", emanate in applicazione
dell'art. 1 della legge 2 febbraio 1974, n. 64.
Nell'ambito di
una stessa struttura non è consentito adottare regole progettuali ed
esecutive provenienti parte dalla sez. II e parte dalla sez. III
ovvero in parte derivante dall'uso del metodo delle tensioni
ammissibili.
Nella progettazione si possono adottare metodi di
verifica e regole di dimensionamento diversi da quelli contenuti
nelle presenti norme tecniche (Sez. II o Sez. III) purché fondati su
ipotesi teoriche e risultati sperimentali scientificamente
comprovati e purché venga conseguita una sicurezza non inferiore a
quella qui prescritta.
Nella progettazione si possono adottare i
metodi di calcolo indicati nella CNR 10011-86 "Costruzioni di
acciaio - Istruzioni per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la
manutenzione" (Bollettino Ufficiale CNR - XXVI - n. 164 -
1992).
2. MATERIALI E PRODOTTI.
2.0. Generalità
Le presenti norme
prevedono l'impiego degli acciai denominati Fe 360, Fe 430, Fe 510
dei quali, ai punti successivi, vengono precisate le
caratteristiche.
È consentito l'impiego di tipi di acciaio
diversi da quelli previsti purché venga garantita alla costruzione,
con adeguata documentazione teorica e sperimentale, una sicurezza
non minore di quella prevista dalle presenti norme.
Per
l'accertamento delle caratteristiche meccaniche indicate nel
seguito, il prelievo dei saggi, la posizione nel pezzo da cui essi
devono essere prelevati, la preparazione delle provette e le
modalità di prova saranno rispondenti alle prescrizioni delle norme
UNI EU 18 (dicembre 1980), UNI 552 (ottobre 1986), UNI EN
10002/1a (gennaio 1992), UNI EN 10025 (febbraio
1992).
Le presenti norme non riguardano gli elementi di lamiera
grecata ed i profilati formati a freddo, ivi compresi i profilati
cavi saldati non sottoposti a successive deformazioni o trattamenti
termici; valgono, tuttavia, per essi, i criteri e le modalità di
controllo riportati nell'Allegato 8, relativamente alle lamiere o
nastri d'origine. Per essi si possono adottare i metodi di calcolo
indicati nella norma CNR 10022-84 "Profilati d'acciaio formati a
freddo - Istruzioni per l'impiego nelle costruzioni" (Bollettino
Ufficiale C.N.R. - XXII - n. 126 - 1988) oppure altri metodi fondati
su ipotesi teoriche e risultati sperimentali chiaramente
comprovati.
Potranno inoltre essere impiegati materiali e
prodotti conformi ad una norma armonizzata o ad un benestare tecnico
europeo così come definiti nella Direttiva 89/106/CEE, ovvero
conformi a specifiche nazionali dei Paesi della Comunità europea,
qualora dette specifiche garantiscano un livello di sicurezza
equivalente e tale da soddisfare i requisiti essenziali della
Direttiva 89/106/CEE. Tale equivalenza sarà accertata dal Ministero
dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale, sentito il Consiglio
superiore dei lavori pubblici.
2.1. Acciaio laminato.
Gli acciai di uso
generale laminati a caldo, in profilati, barre, larghi piatti,
lamiere e profilati cavi (anche tubi saldati provenienti da nastro
laminato a caldo), dovranno appartenere a uno dei seguenti
tipi:
Fe
360
Fe 430
Fe 510
aventi le
caratteristiche meccaniche indicate al punto 2.1.1.
Gli acciai
destinati alle strutture saldate dovranno anche corrispondere alle
prescrizioni del punto 2.3.
2.1.1. CARATTERISTICHE MECCANICHE.
I valori
di ¦ t e ¦ y indicati nei
prospetti 1-II e 2-II sono da intendersi come valori caratteristici,
con frattile di ordine 0,05 (vedasi Allegato 8).
2.1.1.1. Profilati, barre, larghi piatti, lamiere.
PROSPETTO 1-II
Simbolo |
Simbolo |
Caratteristica o parametro |
Fe
360 (1) |
Fe
430 (1) |
Fe
510 (1) | |
ft |
Rm |
tensione (carico unitario) |
(2)![]() ![]() |
(3)![]() ![]() |
(4)![]() ![]() | |
fy |
Re |
tensione (carico unitario) |
(5)![]() |
(6)![]() |
(7)![]() | |
KV |
KV |
Resilienza KV [J] |
B +20°C |
![]() |
![]() |
![]() |
C 0°C |
![]() |
![]() |
![]() | |||
D -20°C |
![]() |
![]() |
![]() | |||
DD -20°C |
-- | -- | ![]() | |||
|
A |
Allungamento % a rottura
(Lo=5,65 - per barre, laminati mercantili, profilati, larghi piatti |
![]() (9)
|
![]() (9)
|
![]() (9)
|
(1)
Rientrano in questi tipi di acciai, oltre agli acciai Fe 360, Fe 430
ed Fe 510 nei gradi B, C, D e DD della UNI EN 10025 (febbraio 1992),
anche altri tipi di acciai purché rispondenti alle caratteristiche
indicate in questo prospetto.
(2) Per spessori maggiori di 3 mm
fino a 100 mm.
(3) Per spessore maggiori di 3 mm fino a 100
mm.
(4) Per spessori maggiori di 3 mm fino a 100 mm.
(5) Per
spessori fino a 16 mm;
per spessori maggiori di 16 mm fino a 40
mm è ammessa la riduzione di 10 N/mm2;
per spessori
maggiori di 40 mm fino a 100 mm è ammessa la riduzione di 20
N/mm2.
(6) Per spessori fino a 16 mm;
per spessori
maggiori di 16 mm fino a 40 mm è ammessa la riduzione di 10
N/mm2;
per spessori maggiori di 40 mm fino a 63 mm è
ammessa la riduzione di 20 N/mm2;
per spessori
maggiori di 63 mm fino a 80 mm è ammessa la riduzione di 30
N/mm2;
per spessori maggiori di 80 mm fino a 100 mm è
ammessa la riduzione di 40 N/mm2.
(7) Per spessori
fino a 16 mm;
per spessori maggiori di 16 mm fino a 40 mm è
ammessa la riduzione di 10 N/mm2;
per spessori
maggiori di 40 mm fino a 63 mm è ammessa la riduzione di 20
N/mm2;
per spessori maggiori di 63 mm fino a 80 mm è
ammessa la riduzione di 30 N/mm2;
per spessori
maggiori di 80 mm fino a 100 mm è ammessa la riduzione di 40
N/mm2.
(8) Per spessori maggiori di 10 mm fino a 100
mm.
(9) Da provette trasversali per lamiere, nastri e larghi
piatti con larghezza 600 mm;
per spessori maggiori di 3 mm fino a 40
mm;
per spessori maggiori di 40 mm fino a 63 mm è ammessa la
riduzione di 1 punto;
per spessori maggiori di 63 mm fino a 100
mm è ammessa la riduzione di 2 punti.
(10) Da provette
longitudinali per barre, laminati mercantili, profilati e larghi
piatti con larghezza < 600 mm;
per spessori maggiori di 3 mm
fino a 40 mm;
per spessori maggiori di 40 mm fino a 63 mm è
ammessa la riduzione di 1 punto;
per spessori maggiori di 63 mm
fino a 100 mm è ammessa la riduzione di 2 punti.
2.1.1.2. Profilati cavi.
PROSPETTO 2-II
Simbolo |
Simbolo |
Caratteristica o parametro |
Fe
360 (1) |
Fe
430 (1) |
Fe
510 (1) | |
ft |
Rm |
tensione (carico unitario) |
|
|
| |
fy |
Re |
tensione (carico unitario) |
(2)![]() |
(2)![]() |
(3)![]() | |
KV |
KV |
Resilienza KV [J] |
B +20°C |
![]() |
![]() |
![]() |
C 0°C |
![]() |
![]() |
![]() | |||
D -20°C |
![]() |
![]() |
![]() | |||
|
A |
Allungamento % a rottura
(Lo=5,65 |
|
|
|
|
(1)
Rientrano in questi tipi di acciai, oltre agli acciai Fe 360, Fe 430
ed Fe 510 nei gradi B, C e D della UNI 7806 (dicembre 1979) e UNI
7810 (dicembre 1979), anche altri tipi di acciai purché rispondenti
alle caratteristiche indicate in questo prospetto.
(2) Per
spessori fino a 16 mm;
per spessori maggiori di 16 mm fino a 40
mm è ammessa la riduzione di 10 N/mm2.
(3) Per
spessori fino a 16 mm;
per spessori oltre 16 mm fino a 35 mm è
ammessa la riduzione di 10 N/mm2;
per spessori
maggiori di 35 mm e fino a 40 mm è ammessa la riduzione di 20
N/mm2.
2.1.2. CONTROLLI SUI PRODOTTI LAMINATI.
I
controlli sui laminati verranno eseguiti secondo le prescrizioni di
cui all'Allegato 8.
2.2. Acciaio per getti.
Per
l'esecuzione di parti in getti delle opere di cui alle presenti
istruzioni si devono impiegare getti di acciaio Fe G 400, Fe G 450,
Fe G 520 UNI 3158 (dicembre 1977) o equivalenti.
Quando tali
acciai debbano essere saldati, devono sottostare alle stesse
limitazioni di composizione chimica previste per gli acciai laminati
di resistenza similare (vedi punto 2.3.1.).
2.3. Acciaio per strutture saldate.
2.3.1. COMPOSIZIONE CHIMICA E GRADO DI DISOSSIDAZIONE
DEGLI ACCIAI.
Acciaio tipo Fe 360 ed Fe 430.
Gli
acciai da saldare con elettrodi rivestiti, oltre a soddisfare le
condizioni indicate al punto 2.1., devono avere composizione chimica
contenuta entro i limiti raccomandati dalla UNI 5132 (ottobre 1974)
per le varie classi di qualità degli elettrodi impiegati.
Nel
caso di saldature di testa o d'angolo sul taglio di un laminato, gli
acciai, oltre che a soddisfare i sopraindicati limiti di analisi,
devono essere di tipo semicalmato o calmato, salvo che vengano
impiegati elettrodi rivestiti corrispondenti alla classe di qualità
4 della UNI 5132 (ottobre 1974).
Gli acciai destinati ad essere
saldati con procedimenti che comportano una forte penetrazione della
zona fusa nel metallo base devono essere di tipo semicalmato o
calmato e debbono avere composizione chimica, riferita al prodotto
finito (e non alla colata), rispondente alle seguenti
limitazioni:
grado B: | C ![]() |
P ![]() |
S ![]() |
grado C: | C ![]() |
P ![]() |
S ![]() |
grado D: | C ![]() |
P ![]() |
S ![]() |
Acciai
tipo Fe 510.
Gli acciai dovranno essere di tipo calmato o
semicalmato; è vietato l'impiego di acciaio effervescente. L'analisi
effettuata sul prodotto finito deve risultare:
grado B: | C ![]() |
Mn
![]() |
Si
![]() |
P ![]() |
S ![]() |
grado C: | C ![]() |
Mn
![]() |
Si
![]() |
P ![]() |
S ![]() |
grado D: | C ![]() |
Mn
![]() |
Si
![]() |
P ![]() |
S ![]() |
Qualora il tenore di C risulti inferiore o ugual e, per i tre gradi B, C, D, rispettivamente a 0,24%, 0,22% e 0,20% potranno accettarsi tenori di Mn superiori a 1,6% ma comunque non superiori a 1,7%.
2.3.2. FRAGILITA' ALLE BASSE TEMPERATURE.
La
temperatura minima alla quale l'acciaio di una struttura saldata può
essere utilizzato senza pericolo di rottura fragile, in assenza di
dati più precisi, deve essere stimata sulla base della temperatura
T alla quale per detto acciaio può essere garantita una
resilienza KV, secondo EN 10045/1ª (gennaio 1992), di 27
J.
La temperatura T deve risultare minore o uguale
a quella minima di servizio per elementi importanti di strutture
saldate soggetti a trazione con tensione prossima a quella limite
aventi spessori maggiori di 25 mm e forme tali da produrre sensibili
concentrazioni locali di sforzi, saldature di testa o d'angolo non
soggette a controllo, od accentuate deformazioni plastiche di
formatura. A parità di altre condizioni, via via che diminuisce lo
spessore, la temperatura T potrà innalzarsi a giudizio del
progettista fino ad una temperatura di circa 30°C maggiore di quella
minima di servizio per spessori dell'ordine di 10 millimetri.
Un
aumento può aver luogo anche per spessori fino a 25 mm via via che
l'importanza dell'elemento strutturale decresce o che le altre
condizioni si attenuano.
Il progettista, stimata la temperatura
T alla quale la resistenza di 27 J deve essere
assicurata, sceglierà nella unificazione e nei cataloghi dei
produttori l'acciaio soddisfacente questa condizione.
2.4. Saldature.
2.4.1. PROCEDIMENTI DI SALDATURA.
Possono
essere impiegati i seguenti procedimenti:
- saldatura manuale ad
arco con elettrodi rivestiti;
- saldatura automatica ad arco
sommerso;
- saldatura automatica o semiautomatica sotto gas
protettore (CO2 o sue miscele);
- altro procedimento di saldatura
la cui attitudine a garantire una saldatura pienamente efficiente
deve essere previamente verificata mediante le prove indicate al
successivo punto 2.4.2.
Per la saldatura manuale ad arco devono
essere impiegati elettrodi omologati secondo UNI 5132 (ottobre 1974)
adatti al materiale base:
- per gli acciai Fe 360 ed Fe 430
devono essere impiegati elettrodi del tipo E 44 di classi di qualità
2, 3 o 4; per spessori maggiori di 30 mm o temperatura di esercizio
minore di 0°C saranno ammessi solo elettrodi di classe 4 B;
- per
l'acciaio Fe 510 devono essere impiegati elettrodi del tipo E 52 di
classi di qualità 3 B o 4 B; per spessori maggiori di 20 mm o
temperature di esercizio minori di 0°C saranno ammessi solo
elettrodi di classe 4 B.
Per gli altri procedimenti di saldatura
si dovranno impiegare i fili, i flussi (o i gas) e la tecnica
esecutiva usati per le prove preliminari (di qualifica) di cui al
punto seguente.
2.4.2. PROVE PRELIMINARI DI QUALIFICA DEI PROCEDIMENTI
DI SALDATURA.
L'impiego di elettrodi omologati secondo UNI
5132 (ottobre 1974) esime da ogni prova di qualifica del
procedimento.
Per l'impiego degli altri procedimenti di saldatura
occorre eseguire prove preliminari di qualifica intese ad
accertare:
- l'attitudine ad eseguire i principali tipi di giunto
previsti nella struttura ottenendo giunti corretti sia per aspetto
esterno che per assenza di sensibili difetti interni, da accertare
con prove non distruttive o con prove di rottura sul giunto;
- la
resistenza a trazione su giunti testa a testa, mediante provette
trasversali al giunto, resistenza che deve risultare non inferiore a
quella del materiale base;
- la capacità di deformazione del
giunto, mediante provette di piegamento che dovranno potersi piegare
a 180° su mandrino con diametro pari a 3 volte lo spessore per
l'acciaio Fe 360 ed Fe 430 e a 4 volte lo spessore per l'acciaio Fe
510;
- la resilienza su provette intagliate a V secondo EN
10045/1ª (gennaio 1992) ricavate trasversalmente al giunto saldato,
resilienza che verrà verificata a +20°C se la struttura deve essere
impiegata a temperatura maggiore o uguale a 0°C, o a 0°C nel caso di
temperature minori; nel caso di saldatura ad elettrogas o
elettroscoria tale verifica verrà eseguita anche nella zona del
materiale base adiacente alla zona fusa dove maggiore è
l'alterazione metallurgica per l'alto apporto termico.
I provini
per le prove di trazione, di piegamento, di resilienza ed
eventualmente per altre prove meccaniche, se ritenute necessarie,
verranno ricavati da saggi testa a testa saldati; saranno scelti
allo scopo gli spessori più significativi della
struttura.
2.4.3. CLASSI DELLE SALDATURE.
Per giunti
testa a testa, od a croce od a T, a completa penetrazione, si
distinguono due classi di giunti.
Prima
classe. Comprende i giunti effettuati con elettrodi di qualità 3
o 4 secondo UNI 5132 (ottobre 1974) o con gli altri procedimenti
qualificati di saldatura indicati al punto 2.4.1. e realizzati con
accurata eliminazione di ogni difetto al vertice prima di effettuare
la ripresa o la seconda saldatura.
Tali giunti debbono inoltre
soddisfare ovunque l'esame radiografico con i risultati richiesti
per il raggruppamento B della UNI 7278 (luglio 1974).
L'aspetto
della saldatura dovrà essere ragionevolmente regolare e non
presentare bruschi disavviamenti col metallo base specie nei casi di
sollecitazione a fatica.
Seconda classe. Comprende i giunti effettuati con
elettrodi di qualità 2, 3 o 4 secondo UNI 5132 (ottobre 1974) o con
gli altri procedimenti qualificati di saldatura indicati al punto
2.4.1. e realizzati egualmente con eliminazione dei difetti al
vertice prima di effettuare la ripresa o la seconda
saldatura.
Tali giunti devono inoltre soddisfare l'esame
radiografico con i risultati richiesti per il raggruppamento F della
UNI 7278 (luglio 1974).
L'aspetto della saldatura dovrà essere
ragionevolmente regolare e non presentare bruschi disavviamenti col
materiale base.
Per
entrambe le classi l'estensione dei controlli radiografici o
eventualmente ultrasonori deve essere stabilita dal direttore dei
lavori, sentito eventualmente il progettista, in relazione alla
importanza delle giunzioni e alle precauzioni prese dalla ditta
esecutrice, alla posizione di esecuzione delle saldature e secondo
che siano state eseguite in officina o al montaggio.
Per i giunti
a croce o a T, a completa penetrazione nel caso di spessori
t>30 mm, l'esame radiografico o con ultrasuoni atto ad
accertare gli eventuali difetti interni verrà integrato con
opportuno esame magnetoscopico sui lembi esterni delle saldature al
fine di rilevare la presenza o meno di cricche da strappo.
Nel
caso di giunto a croce sollecitato normalmente alla lamiera compresa
fra le due saldature, dovrà essere previamente accertato, mediante
ultrasuoni, che detta lamiera nella zona interessata dal giunto sia
esente da sfogliature o segregazioni accentuate.
I giunti con
cordoni d'angolo, effettuati con elettrodi aventi caratteristiche di
qualità 2, 3 o 4 UNI 5132 (ottobre 1974) o con gli altri
procedimenti indicati al punto 2.4.1., devono essere considerati
come appartenenti ad una unica classe caratterizzata da una
ragionevole assenza di difetti interni e da assenza di incrinature
interne o di cricche da strappo sui lembi dei cordoni. Il loro
controllo verrà di regola effettuato mediante sistemi magnetici; la
sua estensione verrà stabilita dal direttore dei lavori, sentito
eventualmente il progettista e in base ai fattori esecutivi già
precisati per gli altri giunti.
2.5. Bulloni.
I bulloni normali
[conformi per le caratteristiche dimensionali alle UNI 5727
(novembre 1988), UNI 5592 (dicembre 1968) e UNI 5591 (maggio 1965)]
e quelli ad alta resistenza (conformi alle caratteristiche di cui al
prospetto 4-II) devono appartenere alle sottoindicate classi delle
UNI 3740, associate nel modo indicato nel prospetto 3-II.
PROSPETTO 3-II
normali |
ad alta resistenza | |||||||||||||
|
|
|
2.6. Bulloni per giunzioni ad
attrito.
I bulloni per giunzioni ad attrito devono
essere conformi alle prescrizioni del prospetto 4-II. Viti e dadi
devono essere associati come indicato nel prospetto 3-II.
PROSPETTO 4-II
Elemento |
Materiale |
Riferimento |
Viti |
8.8 - 10.9 secondo UNI EN
20898/1 |
UNI 5712 (giu. ‘75) |
Dadi |
8 - 10 secondo UNI EN 3740/4ª (ott. ‘85) |
UNI 5713 (giu. ‘75) |
Rosette |
Acciaio C 50 UNI 7845
(nov. ‘78) temprato |
UNI 5714 (giu. ‘75) |
Piastrine |
Acciaio C 50 UNI 7845
(nov. ‘78) temprato |
UNI
5715 (giu. ‘75) |
2.7. Chiodi.
Per i chiodi da ribadire
a caldo si devono impiegare gli acciai previsti dalla UNI 7356
(dicembre 1974).
3. COLLAUDO STATICO.
3.1. Prescrizioni generali.
Valgono,
per quanto applicabili, le prescrizioni di cui al punto 3.1., Parte
I, Sez. I.
3.2. Prove di carico.
Le prove di
carico, ove ritenute necessarie dal collaudatore, rispetteranno le
modalità sottoindicate.
Il programma delle prove deve essere
sottoposto al direttore dei lavori ed al progettista e reso noto al
costruttore.
Le prove di carico si devono svolgere con le
modalità indicate dal collaudatore che se ne assume la piena
responsabilità, mentre, per quanto riguarda la loro materiale
attuazione e in particolare per le eventuali puntellazioni
precauzionali, è responsabile il direttore dei lavori.
I carichi
di prova devono essere, di regola, tali da indurre le sollecitazioni
massime di esercizio per combinazioni rare. In relazione al tipo
della struttura ed alla natura dei carichi le prove devono essere
convenientemente protratte nel tempo.
L'esito della prova potrà
essere valutato sulla base dei seguenti elementi:
- le
deformazioni si accrescano all'incirca proporzionalmente ai
carichi;
- nel corso della prova non si siano prodotte lesioni,
deformazioni o dissesti che compromettano la conservazione o la
sicurezza dell'opera;
- la deformazione residua dopo la prima
applicazione del carico massimo non superi una quota parte di quella
totale commisurata ai prevedibili assestamenti iniziali di tipo
anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece che
tale limite venga superato, prove di carico successive accertino che
la struttura tenda ad un comportamento elastico;
- la
deformazione elastica risulti non maggiore di quella
calcolata.
Quando le opere siano ultimate prima della nomina del
collaudatore, le prove di carico possono essere eseguite dal
direttore dei lavori, che ne redige verbale sottoscrivendolo assieme
al costruttore. E' facoltà del collaudatore controllare, far
ripetere ed integrare le prove precedentemente eseguite.
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