DECRETO
MINISTERIALE 9-01-1996
Norme
tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le
strutture metalliche
Parte 2 - Sezione
III
Eurocodice 3: ENV-1993-1-1: criteri e
prescrizioni
8. PRESCRIZIONI SPECIFICHE SU SINGOLI PUNTI DELLA
NORMA UNI ENV 1993-1-1.
L'uso della Norma UNI ENV
1993-1-1: Eurocodice 3 Progettazione delle strutture di acciaio
Parte 1-1 Regole generali e regole per gli edifici, è ammesso purché
vengano seguite le prescrizioni sostitutive, integrative o
soppressive riportate in questa Sezione.
Per facilità di
riferimento è stata adottata qui di seguito la stessa numerazione
della norma ENV 1993-1-1. Sono riportati quei punti nei quali sono
state introdotte prescrizioni sostitutive, integrative o
soppressive.
Le appendici della norma UNI EN 1993-1-1 non hanno
valore prescrittivo.
I valori dei coefficienti incasellati da
adottare per le applicazioni di UNI ENV 1993-1-1 sono indicati nel
Prospetto 8-I.
PROSPETTO 8-I
|
VALORI | |||||
|
2.3.3.1. |
Fattore riduttivo |
|
0,70 | ||
|
5.1.1 |
Coeff. parziale di si- |
Sezioni di classe 1-2-3 |
1,05 | ||
|
|
|
Sezioni di classe 4 |
1,05 | ||
|
|
|
Fenomeni di instabilità |
1,05 | ||
|
|
|
Resistenza sezioni nette |
1,20 | ||
|
6.1.1. |
Coeff. parziale di si- |
Bulloni |
1,35 | ||
|
|
|
Chiodi |
1,35 | ||
|
|
|
Perni |
1,35 | ||
|
|
|
Saldature d’angolo |
1,35 | ||
|
|
|
Saldature Iª classe |
1,05 | ||
|
|
|
Saldature IIª classe |
1,20 | ||
|
6.5.8.1. |
Coeff. parziale di si- |
Stato limite ultimo |
1,25 | ||
|
|
|
Stato limite di servizio |
1,25 | ||
|
|
|
Stato limite ultimo con fori |
1,50 | ||
|
9.3.2. |
Coeff. parziale di si- |
Carico di fatica |
1,00 | ||
|
9.3.4. |
Coeff. parziale di si- |
Resistenza a fatica |
1,00 | ||
|
C2.5 |
Coeff. parziale per |
Non saldate |
1,00 | ||
|
|
|
Come saldate |
1,50 | ||
|
K1 |
Coeff. parziale di si- |
|
1,10 | ||
Per le
applicazioni della norma UNI ENV 1993-1-1 (indicata nel seguito con
la sigla EC 3) i valori delle azioni da considerare nel calcolo e le
loro combinazioni devono essere conformi alle prescrizioni dei punti
2. e 7. della Parte Generale del presente decreto.
Nel seguito si
forniscono le integrazioni e le sostituzioni ai punti di EC 3, che
vengono riportate con la medesima numerazione adottata in EC
3.
2. PRINCIPI DI PROGETTAZIONE.
2.4. Durabilità.
Dopo il comma (2) di
EC 3 si inserisce il seguente comma (3).
(3) Devono essere prese
accurate precauzioni per evitare gli effetti della corrosione. In
assenza di specifiche misure si applicano le cautele di cui al punto
7.1.1. (Spessori limite) della Parte Seconda del presente decreto
ministeriale.
Si richiama l'attenzione degli utilizzatori di EC 3
sugli spessori minimi (4 mm) per le strutture saldate [punto 6.6.1.
comma (2) capoverso 3 di EC 3].
3. MATERIALI.
3.2. Acciaio strutturale.
3.2.1. SCOPO.
3.2.2. PROPRIETA' DEI MATERIALI PER ACCIAI LAMINATI A
CALDO.
Al punto 3.2.1. comma (1) ed al punto 3.2.2.1. di
EC 3 si sostituisce tutto quanto contenuto nei paragrafi:
- 2.0.
Generalità;
- 2.1. Acciaio laminato;
- 2.2. Acciaio per
getti;
- 2.3. Acciaio per strutture saldate,
della Parte
Seconda del presente decreto.
3.2.2.3. Tenacità.
La tabella 3.2. di
EC 3 si riferisce agli spessori massimi impiegabili quando il
controllo della tenacità è effettuato mediante le prove di
resilienza Charpy V specificate nelle note a margine della tabella
stessa. Si possono impiegare spessori maggiori soltanto ricorrendo
alle verifiche di tenacità prescritte al punto 3.2.2.3.
La
tabella 3.2. di EC 3 è ricavata per particolari strutturali
mediamente impegnati ed importanti (condizioni S1, S2, R1 e C2); per
altri casi si deve fare riferimento all'Annesso C. Ad esempio per
particolari strutturali impegnati severamente (per stati di sforzo
pluriassiali o deformazioni plastiche importanti) si deve fare
riferimento alle condizioni di servizio S3.
Comunque, in
relazione al disposto del punto 2.3.2. della Parte Seconda del
presente decreto, l'impiego degli acciai di grado B in
condizioni di servizio S2 (tabella 3.2. di EC 3) è escluso
per temperature di servizio inferiori a -10°C.
In relazione al
disposto del punto 2.3.2. della Parte Seconda del presente decreto
per tutti i gradi di acciaio, nelle condizioni di servizio S2, con
temperatura di servizio inferiore di oltre 30°C rispetto a quella
per cui è garantita la resilienza di 27J [-10°C per grado B, -30°C
per grado C e -50°C per grado D], non è consentito l'impiego di
spessori superiori a 10 mm.
4. STATI LIMITE DI SERVIZIO.
4.2. Controllo degli spostamenti.
4.2.1. REQUISITI.
Dopo il comma (5) di EC 3
si inserisce il seguente comma (6).
(6) Qualora non vengano
assunte particolari precauzioni progettuali e costruttive, la
snellezza non deve superare i valori di cui al punto 5.1.4. della
Parte Seconda del presente decreto.
5. STATO LIMITE ULTIMO.
5.2. Calcolo delle forze interne e dei momenti.
5.2.4. CONSIDERAZIONE DELLE IMPERFEZIONI.
5.2.4.2. Metodo di applicazione.
Si
sostituisce il comma (4) del punto 5.2.4.2. di EC 3 con il testo
seguente.
(4) Gli effetti delle imperfezioni delle membrature
(vedere punto 5.2.4.5.) possono essere trascurati durante lo
svolgimento della analisi globale qualora si utilizzino le
imperfezioni geometriche equivalenti del telaio definite al
successivo punto 5.2.4.3.; nei casi in cui si adottano nell'analisi
le imperfezioni geometriche massime ammesse per il telaio (di cui al
punto 7.7. di EC 3) devono essere messe in conto anche le
imperfezioni equivalenti delle membrature (definite nella fig.
5.5.1. di EC 3).
5.2.6. STABILITA' DEI TELAI.
5.2.6.2. Analisi elastica dei telai a nodi
spostabili.
Si sostituisce il comma (4) del punto
5.2.6.2. di EC 3 con il testo seguente.
(4) Nei casi in cui il
rapporto Vsd /Vcr
risulta maggiore di 0.25 gli effetti del secondo ordine dovranno
essere inclusi direttamente nell'analisi globale e non è consentito
l'uso dei metodi indiretti di cui al precedente comma (1).
Si
sostituisce il comma (8) dello stesso punto 5.2.6.2. di EC 3 con il
testo seguente.
(8) Qualora per il calcolo delle colonne si usi
l'analisi elastica del primo ordine con lunghezze di libera
inflessione nel piano calcolate tenendo conto degli spostamenti
laterali, i momenti prodotti dagli spostamenti laterali nelle travi,
nelle colonne e nei collegamenti trave-colonna devono essere
amplificati almeno di 1,2 salvo che sia dimostrata l'idoneità di un
valore inferiore attraverso una adeguata analisi.
6. COLLEGAMENTI SOGGETTI A CARICHI STATICI.
6.6. Collegamenti saldati.
6.6.1. GENERALITA'.
Al punto 6.6.1. comma
(1) di EC 3 si deve intendere aggiunto tutto quanto contenuto nel
paragrafo 2.4. (Saldature) della Parte Seconda del presente
decreto.
Ulteriori indicazioni per quanto riguarda la scelta dei
materiali di apporto e le precauzioni per evitare l'insorgere di
cricche a freddo in zona termicamente alterata o in saldatura si
possono reperire ai punti 2.5.1. e 9.9.4. della CNR 10011/86
(Bollettino Ufficiale C.N.R. - XXVI - n. 164 - 1992).
Ulteriori
indicazioni per quanto riguarda le prove di qualifica dei
procedimenti di saldatura si possono reperire al punto 2.5.2. della
CNR 10011/86.
Ulteriori indicazioni per la definizione delle
classi delle saldature, per quanto riguarda l'estensione dei
controlli non distruttivi ed i criteri di accettabilità dei difetti
si possono reperire al punto 2.5.3. della CNR 10011/86.
Si
modifica nel modo seguente il punto 6.6.1. di EC 3 comma (2), titolo
secondo, procedimento 136:
136 - saldatura ad arco con filo
animato (con gas di protezione inerte o attivo).
6.6.2. GEOMETRIA E DIMENSIONI
6.6.2.2. Saldature a cordoni
d'angolo.
Il comma (4) del punto 6.6.2.2. di EC 3 deve
intendersi prescrittivo per saldature fortemente tese e/o soggette a
sensibili fenomeni di fatica o a corrosione atmosferica o di altro
tipo (non "regola applicativa" dunque, ma "principio").
6.6.2.5. Saldature entro fori od
intagli.
Questo tipo di saldatura non è ammesso per
giunti fortemente sollecitati a trazione e/o soggetti a fenomeni di
fatica.
6.6.2.6. Saldature entro
scanalature.
Questo tipo di saldatura non è ammesso
per giunti fortemente sollecitati a trazione e/o soggetti a fenomeni
di fatica.
6.6.5. RESISTENZA DI PROGETTO DI SALDATURE A CORDONI D'ANGOLO.
6.6.5.1. Lunghezza efficace.
Il comma
(1) del punto 6.6.5.1. di EC 3 deve essere integrato nel modo
seguente.
La lunghezza efficace sarà assunta pari a quella reale
del cordone, purché questo non abbia estremità palesemente mancanti
o difettose.
Il comma (5) del punto 6.6.5.1. di EC 3 si applica
ai giunti lunghi a sovrapposizione.
6.6.5.2. Altezza di gola.
Si
sostituisce il comma (4) del punto 6.6.5.2. di EC 3 con il testo
seguente.
(4) La altezza effettiva di gola è quella teorica
incrementata del 50% della penetrazione minima rilevata su non meno
di tre macrografie, ricavate da saggi di certificazione del
procedimento o da specifici giunti di prova (almeno un giunto avente
lunghezza > 500 mm; tre macrografie ricavate una in mezzeria, due
a 50 mm dalle estremità).
6.6.6. RESISTENZA DI PROGETTO DI SALDATURE DI TESTA.
6.6.6.1. Saldature di testa a piena
penetrazione.
Si introducono i seguenti commi (2) e
(3) del punto 6.6.6.1. di EC 3.
(2) Si deve adottare
=1,05 per i giunti di I classe e
=1,20 per i giunti di II classe.
(3) Tra le
eventuali azioni correttive, che devono essere concordate con il
progettista e con il direttore dei lavori, a seguito di mancanza di
penetrazione rilevata con i controlli, è ammesso anche il
declassamento a parziale penetrazione di giunti indicati dal
progettista a piena penetrazione.
In ogni caso i controlli devono
escludere la presenza di difetti, eccedenti i limiti di difettosità
relativi alla II classe, diversi dalla mancanza di
penetrazione.
La valutazione dell'altezza di gola dei cordoni
conseguente al declassamento può effettuarsi sulla base sia di
controlli non distruttivi (ultrasuoni), sia di controlli
semidistruttivi (macrografie di estremità o sondaggi di mola), sia
della preparazione dei lembi.
6.6.6.2. Saldature di testa a parziale
penetrazione.
La fig. 6.6.8. di EC 3 (relativa alle
altezze di gola da considerare) è soppressa.
Si sostituisce il
comma (4) del punto 6.6.6.2. di EC 3 con il testo seguente.
(4)
Adottando le preparazioni dei lembi per parziale penetrazione
indicate nella UNI 11001 (gennaio 1962) l'altezza di gola può essere
considerata pari alla profondità della preparazione. In caso di
preparazioni diverse, e comunque quando si voglia tener conto della
penetrazione, verrà adottato il criterio di cui al comma (4) del
punto 6.6.5.2.
6.6.6.3. Giunti di testa a T.
Al
comma (1) del punto 6.6.6.3. di EC 3 si aggiungono le seguenti
prescrizioni.
L'entità della mancanza di penetrazione viene così
stabilita:
- pari alla spalla usando le preparazioni per parziale
penetrazione di cui alla UNI 11001 (punto 9.2.5.);
- pari alla
spalla diminuita del 50% della penetrazione, quando si ritenga tener
conto di quest'ultima e comunque nel caso di uso di preparazioni
diverse da quelle della UNI 11001 [i criteri per la valutazione
della penetrazione sono quelli di cui al comma (4) del punto
6.6.5.2. di EC 3 modificato in questo decreto].
I giunti saranno
sottoposti a controllo ultrasonoro con i criteri per i giunti di II
classe; è ammessa una mancanza di penetrazione continua dell'ordine
di 3 mm; non sono ammesse mancanze di fusione al vertice.
Per le
verifiche di resistenza si adotta
=1,20 come per i giunti testa - testa a piena penetrazione
di II classe.
Si sostituisce il comma (2) del punto 6.6.6.3. di
EC 3 con il testo seguente.
(2) La resistenza di un giunto di
testa a T che non soddisfa i requisiti di cui al precedente comma
(1) dovrà essere determinata come per una saldatura a cordoni
d'angolo.
L'altezza di gola dei cordoni verrà considerata pari
a:
- quella teorica, usando le preparazioni per parziale
penetrazione di cui alla UNI 11001 (punto 9.2.5.);
- quella
rilevata nelle sezioni macrografiche, con i criteri di cui al comma
4 del punto 6.6.5.2. (nel caso di preparazioni diverse da quelle
previste dalla UNI 11001 e comunque quando si voglia tener conto
della penetrazione).
Anche i giunti a T a parziale penetrazione
con preparazione da un solo lato si verificano come i cordoni
d'angolo, indipendentemente dalla entità della mancanza di
penetrazione.
La figura 6.6.9. di EC 3 viene modificata come in
allegato.
![]()
oppure ![]()
Giunto a T di testa a parziale penetrazione calcolabile come un giunto testa-testa a piena penetrazione [la mancanza di penetrazione nominale cnom è indicata a titolo di esempio, dovendosi applicare per la sua determinazione quanto specificato al comma (1) del punto 6.6.6.3].
Si
sostituisce il comma (3) del punto 6.6.6.3. di EC 3 con il testo
seguente.
(3) I giunti a T a piena penetrazione si verificano con
criteri identici a quelli indicati per i giunti testa - testa a
piena penetrazione (punto 6.6.6.1.).
7. FABBRICAZIONE E MONTAGGIO.
È da
intendersi che il disposto del Cap. 3 "Collaudo Statico" della Parte
Seconda del presente decreto non è sostitutiva del punto 7.8.
Controlli e Prove.
7.5. Collegamenti bullonati.
7.5.1. FORI.
Al comma (1) del punto 7.5.1.
di EC 3 si deve aggiungere la seguente prescrizione.
È sempre
escluso l'impiego della fiamma nella lavorazione dei
fori.
7.5.6. SERRAGGIO DEI BULLONI.
Si introduce
il seguente comma (4) del punto 7.5.6. di EC 3.
(4) Per il
controllo del serraggio dei bulloni precaricati si applica il punto
7.10.2. Parte Seconda del presente decreto.
7.5.7. SUPERFICI DI CONTATTO RESISTENTI ALLO
SCORRIMENTO.
Si applicano, ad integrazione del comma (1),
le indicazioni del punto 7.10.2. Parte Seconda del presente decreto
circa le modalità di preparazione delle superfici di
contatto.
7.6. Collegamenti saldati.
Questo
paragrafo deve essere integrato con le indicazioni di cui ai punti
7.5. e 7.10.3. Parte Seconda del presente decreto.
Ulteriori
precisazioni sono riportate al punto 9.2 della CNR 10011/86 (che
riguarda le regole pratiche di progettazione ed esecuzione delle
unioni saldate) ed al punto 9.3.2. della CNR 10011/86.
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