DECRETO MINISTERIALE 9-01-1996
Norme
tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture
in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture
metalliche
.
ALLEGATO 2 ALLEGATO 3 ALLEGATO 4 ALLEGATO 5 ALLEGATO 6 ALLEGATO 7 ALLEGATO 8
Allegato 1
REQUISITI DEI MATERIALI
1. Leganti.
Nelle opere oggetto delle presenti norme devono
impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici definiti come cementi
dalle disposizioni vigenti in materia (legge 26-5-1965, n. 595), con
esclusione del cemento alluminoso. L'impiego dei cementi di tipo C è
limitato ai calcestruzzi per sbarramenti di ritenuta.
2. Inerti.
Gli inerti, naturali o di frantumazione, devono essere
costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze
organiche, limose ed argillose, di gesso, ecc., in proporzioni
nocive all'indurimento del conglomerato od alla conservazione delle
armature.
La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni
massime commisurate alle caratteristiche geometriche della
carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature.
3. Acqua.
L'acqua per gli impasti deve essere limpida, priva di
sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e
non essere aggressiva.
4. Armatura.
Non si devono porre in opera armature eccessivamente
ossidate, corrose, recanti difetti superficiali, che ne menomino la
resistenza o ricoperte da sostanze che possano ridurne sensibilmente
l'aderenza al conglomerato.
5. Impasti.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di
cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere adeguati alla
particolare destinazione del getto, ed al procedimento di posa in
opera del conglomerato.
Il quantitativo d'acqua deve essere il
minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del
conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli
inerti.
Partendo dagli elementi già fissati il rapporto
acqua-cemento, e pertanto il dosaggio del cemento, dovrà essere
scelto in relazione alla resistenza richiesta per il
conglomerato.
L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato
all'accertamento dell'assenza di ogni pericolo di
aggressività.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il
dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la
costanza del proporzionamento previsto in sede di
progetto.
Allegato 2
CONTROLLI SUL CONGLOMERATO
1. Resistenza caratteristica.
Agli effetti delle presenti
norme un conglomerato viene individuato tramite la resistenza
caratteristica a compressione.
La resistenza caratteristica è
definita come la resistenza a compressione al di sotto della quale
si può attendere di trovare il 5% della popolazione di tutte le
misure di resistenza.
Nelle presenti norme, a meno di indicazione
contraria, la "resistenza caratteristica" designa quella dedotta
dalle prove a compressione a 28 giorni su cubi preparati e
confezionati come al punto 3.
La resistenza caratteristica
richiesta dal conglomerato Rck dovrà essere
indicata dal progettista delle opere.
Il conglomerato per il
getto delle strutture di un'opera o di parte di essa si considera
omogeneo se la miscela viene confezionata con componenti aventi
essenzialmente le stesse caratteristiche di qualità e se i rapporti
quantitativi tra i componenti, le attrezzature e le modalità di
confezione rimangono praticamente invariati.
2. Controlli di qualità del conglomerato.
Il controllo di qualità del
conglomerato ha lo scopo di accertare che il conglomerato realizzato
abbia la resistenza caratteristica non inferiore a quella richiesta
dal progetto.
Il controllo si articola nelle seguenti
fasi:
a) Studio preliminare di qualificazione.
Serve
per determinare, prima dell'inizio delle opere, la resistenza del
conglomerato.
Dovrà essere verificato che il conglomerato abbia
resistenza caratteristica non inferiore a quella richiesta dal
progetto.
b) Controllo di accettazione.
Riguarda il
controllo del conglomerato durante l'esecuzione delle
opere.
c) Prove complementari.
Sono prove da eseguire,
ove necessario, a completamento delle precedenti prove.
3. Prelievo dei campioni.
Un prelievo consiste nel
prelevare dagli impasti, al momento della posa in opera nei casseri,
il calcestruzzo necessario per la confezione di un gruppo di due
provini.
La media delle resistenze a compressione dei due provini
di un prelievo rappresenta la "Resistenza di prelievo", che
costituisce il valore mediante il quale vengono eseguiti i controlli
del conglomerato.
È obbligo del Direttore dei lavori prescrivere
ulteriori prelievi rispetto al numero minimo, di cui ai successivi
paragrafi, tutte le volte che variazioni di qualità dei costituenti
dell'impasto possano far presumere una variazione di qualità del
calcestruzzo stesso.
Per la preparazione e la stagionatura dei
provini di conglomerato vale quanto indicato nella UNI 6127
(settembre 1980); in particolare per la stagionatura vale quanto
indicato nel punto 4.1.1. di detta norma.
Per la forma e le
dimensioni dei provini di calcestruzzo e le relative casseforme,
vale quanto indicato nelle norme UNI 6130/1ª (settembre 1980) e UNI
6130/2ª (settembre 1980) limitatamente ai provini per le prove di
resistenza a compressione.
Circa il procedimento da seguire per
la determinazione della resistenza a compressione dei provini di
calcestruzzo vale quanto indicato nella UNI 6132 (febbraio
1972).
4. Valutazione preliminare della resistenza.
Prima dell'inizio di una
produzione di serie o della costruzione di un'opera, il costruttore
deve valutare la resistenza caratteristica per ciascuna miscela
omogenea di conglomerato.
Tale valutazione può essere effettuata
sulla base delle esperienze acquisite o di valutazioni statistiche,
o dell'uno e dell'altro criterio.
Il costruttore resta comunque
responsabile della valutazione effettuata, che sarà controllata come
al paragrafo seguente.
5. Controllo di accettazione.
Il controllo di accettazione
viene eseguito di regola secondo le indicazioni di cui al punto
5.1.
Per costruzioni con più di 1500 m3 di getto di
miscela omogenea si possono adottare, in alternativa, le indicazioni
di cui al punto 5.2.
5.1. CONTROLLO TIPO A.
Ogni controllo di
accettazione è rappresentato da tre prelievi, ciascuno dei quali
eseguito su un massimo di 100 m3 di getto di miscela
omogenea. Risulta quindi un controllo di accettazione ogni 300
m3 massimo di getto.
Per ogni giorno di getto va
comunque effettuato almeno un prelievo.
Siano
R1, R2, R3 le
tre resistenze di prelievo, con:
Il controllo è positivo ed il quantitativo di conglomerato accettato se risultano verificate entrambe le diseguaglianze.
in cui:
Nelle costruzioni con meno di 100 m3 di getto di miscela omogenea, fermo restando l'obbligo di almeno 3 prelievi e del rispetto delle limitazioni di cui sopra, è consentito derogare dall'obbligo di prelievo giornaliero.
5.2. CONTROLLO TIPO B.
Nelle costruzioni con
più di 1500 m3 di miscela omogenea è ammesso il controllo
di accettazione di tipo statistico.
Il controllo è riferito ad
una definita miscela omogenea e va eseguito con frequenza non minore
di un controllo ogni 1500 m3 di conglomerato.
Per ogni
giorno di getto di miscela omogenea va effettuato almeno un
prelievo, e complessivamente almeno 15 prelievi sui 1500
m3.
Il controllo è positivo ed il quantitativo di
conglomerato accettato, se risultano verificate entrambe le
diseguaglianze:
essendo Rm la resistenza media dei 15 o più prelievi, R1 il valore minore dei 15 o più prelievi ed s lo scarto quadratico medio.
5.3. PRESCRIZIONI COMUNI PER ENTRAMBI I CRITERI DI
CONTROLLO.
Il prelievo dei provini per il controllo di
accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei lavori o di
un tecnico di sua fiducia.
Il Direttore dei lavori dovrà inoltre
curare, mediante sigle, etichettature indelebili, ecc., che i
provini inviati per le prove ai Laboratori Ufficiali siano
effettivamente quelli prelevati alla presenza sua o del tecnico di
sua fiducia.
La domanda di prove al Laboratorio Ufficiale dovrà
essere sottoscritta dal Direttore dei lavori e dovrà contenere
precise indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da
ciascun prelievo.
Se una prescrizione del "controllo di
accettazione" non risulta rispettata, occorre procedere:
- ad un
controllo teorico e/o sperimentale della sicurezza della struttura
interessata dal quantitativo di conglomerato non conforme, sulla
base della resistenza ridotta del conglomerato, ovvero ad una
verifica delle caratteristiche del conglomerato messo in opera
mediante le prove complementari ove esistessero, o con prelievo di
provini del calcestruzzo indurito messo in opera (es. carotaggi) o
con l'impiego di altri mezzi d'indagine. Ove ciò non fosse
possibile, ovvero i risultati di tale indagine non risultassero
tranquillizzanti si potrà:
- dequalificare l'opera, eseguire
lavori di consolidamento ovvero demolire l'opera stessa.
I
"controlli di accettazione" sono assolutamente obbligatori ed il
Collaudatore è tenuto a controllarne la validità; ove ciò non fosse,
il Collaudatore è obbligato a far eseguire delle prove che attestino
le caratteristiche del conglomerato, seguendo la stessa procedura
che si applica quando non risultino rispettati i limiti fissati dai
"controlli di accettazione".
La procedura prevista è
integralmente estesa alla produzione di serie in
stabilimento.
Essa dovrà essere documentata dal Responsabile
della produzione che assume la responsabilità del rispetto delle
norme.
6. Prove complementari.
Sono prove che si eseguono
al fine di stimare la resistenza del conglomerato ad una età
corrispondente a particolari fasi di costruzione (precompressione,
messa in opera) o condizioni particolari di utilizzo (temperature
eccezionali, ecc.).
Il procedimento di controllo è uguale a
quello dei controlli di accettazione.
Tali prove non potranno
però essere sostitutive dei "controlli di accettazione" che vanno
riferiti a provini confezionati e maturati secondo le prescrizioni
del punto 3.
Potranno servire al Direttore dei lavori od al
Collaudatore per dare un giudizio del conglomerato ove questo non
rispetti il "controllo di accettazione".
Allegato 3
CONTROLLI SU ACCIAI DA PRECOMPRESSO
1. Controlli in cantiere.
Il campione è costituito da
almeno 10 saggi prelevati da altrettanti rotoli, bobine o fasci. Se
il numero dei rotoli, bobine o fasci costituenti il lotto è
inferiore a 10, da alcuni rotoli o bobine verranno prelevati due
saggi, uno da ciascuna estremità. Per le barre verranno prelevati
due saggi da due barre diverse dello stesso fascio.
Ogni saggio
deve recare contrassegni atti ad individuare il lotto ed il rotolo,
bobina o fascio di provenienza.
I saggi vengono utilizzati per
l'esecuzione delle prove nel numero minimo indicato nella colonna 4
della tabella 1.
Indicando con n il numero dei saggi
prelevati i corrispondenti valori caratteristici di
fpt, fy,
fp(0,2), fp(1) sono dati dalla
formula:
gkn = gmn - k × sn (A)
ove:
(B)
è la media degli n valori di gi trovati, e
(C)
è lo
scarto quadratico medio, ed il coefficiente k assume, in
funzione di n, i valori riportati nel Prospetto I
dell'Allegato 8.
Qualora lo scarto quadratico medio calcolato a
mezzo della formula (C) risulti inferiore al 2% del corrispondente
valore medio, lo scarto da prendere in conto nella formula (A) dovrà
essere uguale a 0,02 gmn.
2. Controlli in stabilimento.
La documentazione
riguardante le prove di qualificazione deve essere riferita ad una
produzione consecutiva relativa ad un periodo di
tempo di almeno sei mesi.
2.1. PROVE DI QUALIFICAZIONE.
Presso lo
stabilimento di produzione vengono prelevate senza preavviso, da
parte del Laboratorio Ufficiale, serie di 50 saggi, 5 per lotto, da
10 lotti di fabbricazione diversi. I 10 lotti di fabbricazione presi
in esame per le prove di qualificazione debbono essere costituiti da
prodotti della medesima forma ed avere la stessa resistenza
nominale, ma non necessariamente lo stesso diametro e la stessa
caratteristica di formazione. Gli acciai debbono essere raggruppati
in categorie nel catalogo del produttore ai fini della relativa
qualificazione.
I 5 saggi di ogni singolo lotto vengono prelevati
da differenti fasci, rotoli o bobine. Ogni saggio deve recare
contrassegni atti ad individuare il lotto ed il rotolo, la bobina o
il fascio di provenienza.
Sulla serie di 50 saggi vengono
determinate le grandezze , fpt, l, fpy,
fp(0,2), fp(1),
Ep, N ovvero
(180°) (cfr. tabella 1) sotto il controllo di un
Laboratorio Ufficiale. Le relative prove possono venire eseguite
presso il laboratorio dello stabilimento di produzione, previo
controllo della taratura delle macchine di prova; ove ciò non fosse
possibile, verranno eseguite presso un Laboratorio Ufficiale.
Le
grandezze L e r sono determinate su saggi provenienti
da 5 e 4 lotti rispettivamente, in numero di 3 saggi per ogni lotto,
come indicato nella tabella 1.
Le prove di fatica non sono
indispensabili per la qualificazione dell'armatura. Tuttavia le
caratteristiche di resistenza a fatica, se previste, devono essere
garantite dal Produttore e verificate dal Laboratorio
Ufficiale.
Le prove di fatica sono indispensabili nel caso della
precompressione parziale e nel c.a.p. quando l'acciaio è destinato a
sopportare oscillazioni di tensione superiori a 60 N/mmq.
I
valori caratteristici fptk,
fpyk, fp(0,2)k,
fp(1)k vengono determinati come segue: indicando con
n il numero dei saggi prelevati, i corrispondenti valori
caratteristici gkn sono dati da:
gkn = gmn - k × sn (A')
ove:
(B')
è la media degli n valori di gi trovati, e
(C')
è lo scarto quadratico medio, ed il coefficiente k assume, in funzione di n, i valori riportati nel Prospetto I dell'Allegato 8.
2.2. PROVE DI VERIFICA DELLA
QUALITA'.
Vengono effettuati controlli saltuari, a cura di
un Laboratorio Ufficiale, su un campione costituito da 5 saggi
provenienti da un lotto per ogni categoria di armatura. Il controllo
verte su un minimo di sei lotti ogni trimestre da sottoporre a
prelievo in non meno di tre sopralluoghi. Su tali saggi il
Laboratorio Ufficiale determina le grandezze , fpt, l,
fpy, fp(0,2),
fp(1), Ep, N ovvero
(180°).
Per la grandezza r i controlli si
effettuano una volta al trimestre e per la grandezza L i
controlli si effettuano una volta al semestre, per entrambe su 3
saggi provenienti dallo stesso lotto per ogni categoria di
armatura.
Per la determinazione dei valori caratteristici
fptk, fpyk,
fp(0,2)k, fp(1)k i
corrispondenti risultati vanno introdotti nelle precedenti
espressioni (A'), (B') e (C') le quali vanno sempre riferite a 10
serie di 5 saggi corrispondenti alla stessa categoria di armatura,
da aggiornarsi ad ogni prelievo aggiungendo la nuova serie ed
eliminando la prima in ordine di tempo.
Se i valori
caratteristici fptk, fpyk,
fp(0,2)k, fp(1)k non rispettano
la garanzia di cui al catalogo del produttore, la produzione viene
declassata attribuendole i valori caratteristici trovati.
Se gli
scarti quadratici medi risultano superiori al 3% del valore medio
per fpt, e/o al 4% per fpy,
fp(0,2), fp(1) il controllo si
intende sospeso e la procedura ripresa ab initio.
Se in un
rotolo, bobina o fascio le grandezze , A, Ep, l, N o
(180°) ed i rapporti
fpy/fpt,
fp(0,2)/fpt,
fp(1)/fpt non rispettano quanto
indicato al successivo punto 3 e nel catalogo del produttore, si
ripetono le prove su un nuovo prelievo che sostituisce il precedente
a tutti gli effetti.
Anche ai fini del rilassamento i risultati
delle prove debbono essere conformi ai dati di catalogo del
produttore. Se tale condizione non è soddisfatta si effettueranno
tre nuove prove ed i relativi risultati devono essere contenuti
entro il suddetto limite. Ove i valori riscontrati delle grandezze
sopra indicate risultino inferiori a quelli di catalogo, il
Laboratorio Ufficiale incaricato del controllo sospenderà le
verifiche della qualità dandone comunicazione al Ministero dei
lavori pubblici, Servizio tecnico centrale e ripeterà la
qualificazione dopo che il produttore avrà ovviato alle cause che
avevano dato luogo al risultato insoddisfacente.
2.3. CONTROLLI SU SINGOLI LOTTI DI
FABBRICAZIONE.
Negli stabilimenti soggetti a controlli
sistematici di cui al presente punto 2, i produttori potranno
richiedere di sottoporsi a controlli, eseguiti a cura di un
Laboratorio Ufficiale, su singoli lotti di fabbricazione (massima
massa del lotto = 100 t) di quei prodotti che, per ragioni di
produzione, non possono ancora rispettare le condizioni minime
quantitative per qualificarsi. Le prove da effettuare sono quelle di
cui al punto 1 del presente Allegato 3.
3. Determinazione delle proprietà e tolleranze.
3.1. DIAMETRO E SEZIONE.
L'area della
sezione di fili con impronte, trecce e trefoli si valuta come somma
delle aree dei singoli fili oppure per pesata nell'ipotesi che la
densità dell'acciaio sia pari a 7,85 kg/dm3.
La misura
delle dimensioni trasversali nei fili con impronta non deve essere
effettuata in corrispondenza delle impronte stesse.
Sui valori
nominali sono ammesse le seguenti tolleranze:
Diametri apparenti | Sezioni | |
fili | -1% 1% | -2% +2% |
barre | -1% +2% | -2% +4% |
trecce e trefoli | -2% +3% |
Nei
calcoli statici si adotteranno, di norma, le sezioni nominali se le
sezioni effettive non risultano inferiori al 98% di quelle
nominali.
Le tolleranze dimensionali vanno controllate
confrontando il valore nominale con la media delle misure effettuate
su tutti i saggi di ciascun prelievo. Qualora la tolleranza sulla
sezione superi , il certificato di verifica deve riportare il diametro
effettivo al quale si riferisce la elaborazione.
I valori delle
grandezze e A dovranno figurare nei certificati di
qualificazione e di verifica.
3.2. TENSIONE DI ROTTURA fpt.
La determinazione si effettua per
mezzo della prova a trazione su barre secondo EN 10002/1a
(marzo 1990), su fili secondo UNI 5292 (giugno 1979) e su trecce o
trefoli secondo UNI 3171 (aprile 1985).
3.3. ALLUNGAMENTO A ROTTURA.
Per barre e
fili la determinazione viene eseguita per accostamento dopo rottura
rispettivamente secondo EN 10002/1 a (marzo 1990) e UNI
5292 (giugno 1979).
La base di misura, delimitata in modo da non
indebolire la provetta, sarà:
50mm per
< 5mm
per
![]()
5mm
L'allungamento percentuale corrispondente dovrà risultare non
inferiore a (3 + 0,4 ) (con
in mm) per i fili con
< 5 mm, non inferiore al 5% per i fili con
5mm, al
7% per le barre.
Per le trecce e i trefoli la determinazione si
effettua all'istante della rottura con una prova a trazione,
condotta secondo la UNI 3171 (aprile 1985), su base rispettivamente
di 200 mm per le trecce e di 600 mm per i trefoli. L'allungamento
così misurato deve risultare non inferiore al 3,5%. La prova deve
essere ripetuta se la rottura si produce esternamente al tratto di
misura qualora l'allungamento risulti inferiore al limite
sopraindicato.
3.4. LIMITI ALLO 0,2%.
l valore del limite
convenzionale fp(0,2) si ricava dal corrispondente
diagramma sforzi-deformazioni, ottenuto con prove a trazione
eseguite secondo UNI 5292 (giugno 1979) per i fili e secondo UNI
3171 (aprile 1985) per le trecce o con procedimenti
equivalenti.
I singoli valori unitari devono essere riferiti alle
corrispondenti sezioni iniziali.
Il valore del limite 0,2% deve
risultare compreso tra l'80% ed il 95% del corrispondente valore
della tensione di rottura fpt.
3.5. TENSIONE DI SNERVAMENTO.
Il valore
della tensione di snervamento fpy si ricava dal
corrispondente diagramma sforzi-deformazioni ottenuto con la prova a
trazione eseguita secondo EN 10002/1a (marzo 1990). Esso
deve risultare compreso tra il 75% ed il 95% del corrispondente
valore della tensione di rottura fpt. Qualora lo
snervamento non sia chiaramente individuabile si sostituisce
fpy con fp(0,2).
3.6. MODULO DI ELASTICITA'.
Il modulo
apparente di elasticità è inteso come rapporto fra la tensione media
e l'allungamento corrispondente, valutato per l'intervallo di
tensione (0,1 ¸ 0,4) fpt.
Sono tollerati scarti
del ± 7% rispetto al valore garantito.
3.7. TENSIONE ALL'1%.
La tensione
corrispondente all'1% di deformazione totale deve risultare compresa
tra l'80% ed il 95% del corrispondente valore della tensione di
rottura fpt.
3.8. PROVA DI PIEGAMENTO ALTERNATO.
La prova
di piegamento alternato si esegue su fili aventi 8 mm secondo la UNI 5294 (ottobre 1978) con rulli di
diametro pari a 4
.
Il numero dei piegamenti alterni a rottura non deve
risultare inferiore a 4 per i fili lisci e a 3 per i fili ondulati o
con impronte.
3.9. PROVA DI PIEGAMENTO.
La prova di
piegamento si esegue su fili aventi 8 mm e su barre secondo la UNI 564 (febbraio
1960).
L'angolo di piegamento deve essere di 180° e il diametro
del mandrino deve essere pari a:
- 5 per i fili;
- 6 per le barre con
26 mm;
- 8 per le barre con
> 26 mm.
3.10. RESISTENZA A FATICA.
La prova viene
condotta secondo la UNI 3964 (maggio 1985) con sollecitazione
assiale a ciclo pulsante, facendo oscillare la tensione fra una
tensione superiore e una tensione inferiore
. Il risultato della prova è ritenuto soddisfacente se la
provetta sopporta, senza rompersi, almeno due milioni di cicli. La
frequenza di prova deve rimanere compresa fra 200 e 2500 cicli/min.
Come alternativa a tale procedimento è possibile determinare
sperimentalmente l'ampiezza limite di fatica L a 2 ×
106 cicli, in funzione della tensione media
.
3.11. RILASSAMENTO A TEMPERATURA ORDINARIA.
3.11.1. Condizioni di prova.
Si
determina il diagramma della caduta di tensione a lunghezza costante
ed a temperatura a partire dalla tensione iniziale e per la durata
stabilita.
3.11.2. Caratteristiche della
provetta.
La provetta deve essere sollecitata per un
tratto non inferiore a 100 cm; in conseguenza la lunghezza del
saggio deve essere almeno 125 cm per tener conto degli organi di
afferraggio. Nella zona sollecitata la provetta non deve subire
alcuna lavorazione né pulitura.
3.11.3. Carico iniziale.
La tensione
iniziale deve essere applicata con velocità pari a 200 50 N/mm2 al minuto e mantenuta per 2 minuti
2 secondi prima dell'inizio della misura.
Quando le
necessità operative lo richiedano, è ammessa una pre-tensione
inferiore al 40% della tensione iniziale ed al 30% di quella di
rottura (determinata su una provetta contigua).
Il carico
iniziale deve avere precisione 1%
quando inferiore a 100 tonnellate;
2%
quando superiore.
3.11.4. Precisione della misura.
La
caduta di sforzo (rilassamento) va misurata con precisione 5%; pertanto il principio di funzionamento dell'apparato,
la sensibilità dei singoli strumenti rilevatori, la posizione di
questi, ecc. debbono essere tali da garantire detta
precisione.
TABELLA 1
Simbolo |
Caratteristiche |
Unità di |
N°
prove |
Controllo |
Controllo in stabilimento | |||
|
|
|
|
|
Qualifica |
Verifica | ||
|
|
|
|
|
N.
lotti di |
N.
prove per |
N.
lotti |
N.
prove per |
|
Diametro |
mm |
10 |
10 |
10 |
5 |
6 al trimestre in |
5 |
A |
Area della |
mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
'fptk |
Tensione |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
'fpyk |
Carico di snervamento |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
fp(0,1)k |
Carico limite |
N/mm2 |
2 |
2 |
10 |
5 |
" |
5 |
fp(0,2)k |
Carico limite |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
fp(1)k |
Tensione 1% |
N/mm2 |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
l |
Allungamento |
% |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
Ep |
Modulo elastico appar. |
N/mm2 |
2 |
2 |
10 |
5 |
" |
5 |
N |
Numero di |
- |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
|
Prova di piegamento |
- |
10 |
10 |
10 |
5 |
" |
5 |
L |
Limite |
N/mm2 |
1 (1) |
(*) |
5 |
3 (3) |
1 al trimestre |
3 (4) |
r |
Rilassamento |
% |
3 (2) |
(*) |
4 |
3 (5) |
1 al trimestre |
3 (6) |
- |
Diagramma sforzi-deformazioni |
- |
2 |
2 |
10 |
5 |
6 al trimestre in |
5 |
_______________________
(*)
Secondo prescrizione del Direttore dei lavori.
(1) Dato di
catalogo riferito alle tensioni estreme 0,57 fptk
(fptk valore caratteristico della tensione di
rottura) o, preferibilmente, al limite di tensione media 0,63
fptk.
(2) Dati di catalogo riferiti
preferibilmente alle tensioni iniziali 0,55 fptk;
0,65 fptk; 0,75 fptk e ad una
durata di prova non inferiore a 1000 ore.
(3) Prove da eseguire
tra le tensioni estreme 0,57 fptk e 0,69
fptk o, preferibilmente, determinazione del limite
di fatica con tensione media 0,63 fptk.
(4)
Prove da eseguire tra le tensioni estreme 0,57
fptk e 0,69 fptk.
(5) Prova
da eseguire preferibilmente per le tensioni iniziali 0,55
fptk; 0,69 fptk; 0,75
fptk. Durata di prova 2000 ore
per un lotto,
120 ore
per gli altri 3 lotti.
(6) Prova da eseguire preferibilmente per
le tensioni iniziali 0,55 fptk; 0,65
fptk; 0,75 fptk, per una durata
di prova 120
ore.
Allegato 4
CONTROLLI DI BARRE E DI FILI DI ACCIAIO TRAFILATO
Per i controlli in stabilimento si applicano le modalità sotto riportate.
1. Controlli sistematici.
1.1. PROVE DI QUALIFICAZIONE.
La
documentazione riguardante le prove di qualificazione deve essere
riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un periodo di
tempo di almeno sei mesi.
Prelievo senza preavviso, presso lo
stabilimento di produzione, da parte del Laboratorio Ufficiale, di
serie di 25 saggi, ricavati da cinque diverse colate o lotti di
fabbricazione, cinque per ogni colata o lotto di fabbricazione.
L'operazione viene ripetuta su tre diametri diversi, scelti nei tre
gruppi di diametri: da 5 a 10 mm; da 12 a 18 mm; oltre 18 mm; i fili
di acciaio trafilato di diametro compreso fra 5 e 12 mm
costituiscono un unico gruppo.
Limitatamente alle barre ad
aderenza migliorata è lasciata facoltà di considerare come gruppi a
sé stanti le armature prodotte in rotolo, con le stesse modalità di
suddivisione dei diametri. I fili trafilati e le barre prodotte in
rotolo sono da considerarsi acciai deformati a freddo (cfr. Parte I,
punto 2.2.1.) in quanto impiegati previa raddrizzatura
meccanica.
Sui campioni vengono determinati, a cura del
Laboratorio Ufficiale, i valori delle tensioni di snervamento e
rottura fy e ft, l'allungamento
A ed effettuate le prove di piegamento.
Indicando con:
e (A)
le medie dei valori delle tensioni di snervamento e rottura e con:
e (B)
gli scarti quadratici medi corrispondenti, si procede al calcolo delle tensioni caratteristiche di snervamento e rottura definite dalle espressioni:
fyk = fymn - k × syn
(C)
ftk = ftmn - k × stn
dove
n, numero dei saggi considerati, è nel presente caso pari a
25.
Per gli stessi campioni verranno altresì annotati i valori
dei rapporti fyi/fyk e calcolata
la media come indicato al punto 2.2.3.1. della Parte
I.
Qualora
il produttore lo richieda, è data facoltà di non avvalersi della
suddivisione in gruppi di diametri. In tale caso le prove di
qualificazione verteranno su 75 saggi, prelevati da 15 diverse
colate o lotti di fabbricazione, cinque per ogni colata o lotto di
fabbricazione, indipendentemente dal diametro, e nelle suddette
formule (A), (B), (C) si porrà n = 75.
In ogni caso il
coefficiente k assume, in funzione di n, i valori
riportati nel Prospetto I dell'Allegato 8.
Su almeno un saggio
per colata o lotto di fabbricazione sarà calcolato il valore
dell'indice di aderenza di cui all'Allegato 6 limitatamente alle
barre ed ai fili trafilati ad aderenza migliorata.
Qualora uno
dei campioni sottoposti a prova di qualificazione non soddisfi i
requisiti di duttilità di cui ai Prospetti 2-I e 3-I della Parte I,
rispettivamente per le barre e per i fili di acciaio trafilato, il
prelievo relativo al diametro di cui trattasi va ripetuto, il nuovo
prelievo sostituisce a tutti gli effetti quello precedente. Un
ulteriore risultato negativo comporta la ripetizione della prova di
qualificazione.
1.2. PROVE DI VERIFICA DELLA
QUALITA'.
Effettuazione di controlli saltuari, a cura del
Laboratorio Ufficiale, ad intervalli non superiori ad un mese,
prelevando tre serie di 5 campioni, costituite ognuna da cinque
barre o fili di uno stesso diametro scelto entro ciascuno dei gruppi
di diametri suddetti, e provenienti da una stessa colata o fili. Su
tali serie il laboratorio effettua le prove di resistenza e di
duttilità. I corrispondenti risultati delle prove di snervamento e
rottura vengono introdotti nelle quattro precedenti espressioni (A)
e (B), le quali vengono sempre riferite a cinque serie di cinque
saggi, facenti parte dello stesso gruppo di diametri, da aggiornarsi
ad ogni prelievo, aggiungendo la nuova serie ed eliminando la prima
in ordine di tempo. I nuovi valori delle medie e degli scarti
quadratici così ottenuti vengono quindi introdotti nelle espressioni
(C) per la determinazione delle nuove tensioni, caratteristiche,
sostitutive delle precedenti (ponendo n = 25).
Per gli
stessi campioni vengono altresì annotati i valori dei rapporti
fyi/fyk e calcolata la media
come indicato al punto 2.2.3.1. della Parte
I.
Qualora
il produttore non si avvalga della suddivisione in gruppi di
diametri, i controlli saltuari verteranno su 15 saggi, prelevati da
tre diverse colate, 5 per ogni colata o lotto di fabbricazione,
indipendentemente dal diametro. I corrispondenti risultati delle
prove di snervamento e rottura vengono introdotti nelle espressioni
(A) e (B), le quali vengono sempre riferite a quindici serie di
cinque saggi, da aggiornarsi ad ogni prelievo, aggiungendo le tre
nuove colate o lotti di fabbricazione ed eliminando le prime tre in
ordine del tempo. I nuovi valori delle medie e degli scarti
quadratici così ottenuti vengono quindi introdotti nelle espressioni
(C) per la determinazione delle nuove tensioni caratteristiche
sostitutive delle precedenti (ponendo n = 75).
Ove i
valori caratteristici riscontrati risultino inferiori ai minimi di
cui al prospetto 2-I Parte I, il Laboratorio Ufficiale incaricato
del controllo sospenderà le verifiche della qualità dandone
comunicazione al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il produttore avrà
ovviato alle cause che avevano dato luogo al risultato
insoddisfacente.
Qualora uno dei campioni sottoposti a prova di
verifica della qualità non soddisfi i requisiti di duttilità di cui
ai Prospetti 2-I e 3-I della Parte I, rispettivamente per le barre e
per i fili di acciaio trafilato, il prelievo relativo al diametro di
cui trattasi va ripetuto. Il nuovo prelievo sostituisce quello
precedente a tutti gli effetti. Un ulteriore risultato negativo
comporta la ripetizione della qualificazione.
Le tolleranze
dimensionali di cui al punto 2.2.8.5. della Parte I vanno riferite
alla media delle misure effettuate su tutti i saggi di ciascuna
colata o lotto di fabbricazione. Qualora la tolleranza sulla sezione
superi 2%, il
certificato di verifica deve riportare i diametri medi
effettivi.
Su almeno un saggio per colata o lotto di
fabbricazione sarà calcolato il valore dell'indice di cui
all'Allegato 6, limitatamente alle barre ed ai fili trafilati ad
aderenza migliorata.
1.3. CONTRASSEGNI DEGLI ACCIAI: PRELIEVI, MODALITA' DI
PROVA.
Gli acciai devono essere marchiati come indicato in
2.2.9. Parte I.
I prelevamenti in stabilimento di cui ai punti
1.1. e 1.2. saranno effettuati, ove possibile, dalla linea di
produzione.
Le relative prove sui saggi prelevati potranno essere
effettuate dai tecnici del Laboratorio Ufficiale anche presso lo
stabilimento, sempreché le attrezzature disponibili siano ritenute
idonee ad esclusivo insindacabile giudizio del Laboratorio Ufficiale
stesso, e possibilmente in presenza di un rappresentante del
produttore.
2. Controlli su singole colate o lotti di
fabbricazione.
I produttori potranno richiedere, di loro iniziativa, di
sottoporsi a controlli su singole colate o lotti di fabbricazione,
eseguiti a cura di un Laboratorio Ufficiale. Le colate o lotti di
fabbricazione sottoposti a controllo dovranno essere
cronologicamente ordinati nel quadro della produzione globale. I
controlli consisteranno nel prelievo, per ogni colata e lotto di
fabbricazione e per ciascun gruppo di diametri da essi ricavato, di
un numero n di saggi, non inferiore a dieci, sui quali si
effettueranno le prove previste dal terzo comma del punto 1.1. Le
tensioni caratteristiche di snervamento e rottura verranno calcolate
a mezzo delle espressioni (A), (B) e (C) nelle quali n è il
numero dei saggi prelevati dalla colata.
Le colate o i lotti di
fabbricazione ai quali, sulla base di tale controllo specifico, si
vogliano attribuire proprietà meccaniche superiori a quelle desunte
dal controllo sistematico della produzione, dovranno essere
contraddistinte a mezzo di legatura sigillata, munita di etichetta
metallica sulla quale figurino il numero della colata ed il valore
della tensione garantita dal produttore ed accertato dal Laboratorio
Ufficiale.
Allegato 5
CONTROLLI DI RETI E TRALICCI ELETTROSALDATI CON FILI LISCI O NERVATI DI ACCIAIO TRAFILATO DI DIAMETRO COMPRESO FRA 5 E 12 MM
Per i controlli in stabilimento si applicano le modalità sotto riportate.
1. Controlli sistematici.
1.1. PROVE DI QUALIFICAZIONE.
La
documentazione riguardante le prove di qualificazione deve essere
riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un periodo di
tempo di almeno sei mesi.
Prelievo senza preavviso, presso lo
stabilimento di produzione, da parte di un Laboratorio Ufficiale, in
almeno quattro sopralluoghi di serie di 80 saggi, ricavati da 40
diversi pannelli, 2 per ogni elemento.
Ogni saggio deve
consentire due prove: quella di trazione su uno spezzone di filo
comprendente almeno un nodo saldato e quella di resistenza al
distacco della saldatura.
Su tali campioni vengono determinati, a
cura del Laboratorio Ufficiale, i valori delle tensioni di
snervamento e rottura f(0,2) e
ft l'allungamento A10 ed
effettuata la prova di resistenza al distacco.
Indicando con:
e (A)
le medie dei valori delle tensioni di snervamento e rottura e con:
e (B)
stn =
gli scarti quadratici medi corrispondenti, si procede al calcolo delle tensioni caratteristiche di snervamento e rottura definite dalle espressioni:
f(0,2)k = f(0,2)mn - k × s(0,2)n
(C)
ftk = ftmn - k × stn
dove
n, numero dei saggi considerati, è nel presente caso pari a
80, ed il coefficiente k assume, in funzione di n, i
valori riportati nel Prospetto I dell'Allegato 8.
Qualora uno dei
campioni sottoposti a prove di qualificazione non soddisfi i
requisiti di cui al Prospetto 4-I della Parte I relativamente ai
valori di allungamento o resistenza al distacco, il prelievo
relativo all'elemento di cui trattasi va ripetuto su un altro
elemento della stessa partita. Il nuovo prelievo sostituisce quello
precedente a tutti gli effetti. Un ulteriore risultato negativo
comporta la ripetizione delle prove di qualificazione.
1.2. PROVE DI VERIFICA DELLA
QUALITA'.
Effettuazioni di controlli saltuari, a cura del
Laboratorio Ufficiale, ad intervalli non superiori ad un mese, su
serie di 20 saggi, ricavati da 10 diversi elementi, 2 per ogni
elemento.
Sulla serie il laboratorio effettua la prova di
trazione e di distacco. I corrispondenti risultati vengono aggiunti
a quelli dei prelievi precedenti dopo aver eliminato la prima serie
in ordine di tempo.
Si determineranno così le nuove tensioni
caratteristiche sostitutive delle precedenti sempre ponendo n
= 80.
Ove i valori caratteristici riscontrati risultino
inferiori ai minimi di cui al Prospetto 4-I Parte I, il Laboratorio
Ufficiale incaricato del controllo sospenderà le verifiche della
qualità dandone comunicazione al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il
produttore avrà ovviato alle cause che avevano dato luogo al
risultato insoddisfacente.
Qualora uno dei campioni sottoposti a
prove di verifica non soddisfi i requisiti di cui al Prospetto 4-I
della Parte I relativamente ai valori di allungamento o resistenza
al distacco, il prelievo relativo all'elemento di cui trattasi va
ripetuto su un altro elemento della stessa partita. Il nuovo
prelievo sostituisce a tutti gli effetti quello precedente. In caso
di ulteriore risultato negativo, il Laboratorio Ufficiale incaricato
del controllo sospenderà le verifiche della qualità dandone
comunicazione al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il produttore avrà
ovviato alle cause che avevano dato luogo al risultato
insoddisfacente.
1.3. CONTRASSEGNI DELLE RETI E TRALICCI CONTROLLATI IN
STABILIMENTO: PRELIEVI, MODALITA' DI PROVA.
Le reti ed i
tralicci saranno realizzati mediante fili controllati in
stabilimento contraddistinti mediante marchio sul filo nervato, come
previsto al punto 2.2.9. della Parte 1a.
Qualora il
filo venga prodotto nello stesso stabilimento, il controllo della
rete o del traliccio comprende il controllo del filo.
Il marchio
di identificazione della rete e del traliccio prodotti con fili
provenienti da altro stabilimento è costituito da sigilli o
etichettature indelebili.
I prelevamenti in stabilimento, di cui
ai punti 1.1. e 2., saranno effettuati, ove possibile, dalla linea
di produzione.
Le relative prove sui saggi prelevati potranno
essere effettuate dai tecnici del Laboratorio Ufficiale, anche
presso lo stabilimento, sempreché le attrezzature disponibili siano
ritenute idonee ad esclusivo insindacabile giudizio del Laboratorio
Ufficiale medesimo, e possibilmente in presenza di un rappresentante
del produttore.
2. Controlli sui singoli lotti di
fabbricazione.
Si definiscono lotti di fabbricazione partite ottenute
con produzione continua comprese fra 30 e 100 tonnellate.
Negli
stabilimenti soggetti ai controlli sistematici, di cui al precedente
punto 1., i produttori potranno sottoporre a controlli singoli lotti
di fabbricazione a cura di un Laboratorio Ufficiale. I controlli
consisteranno nel prelievo per ogni lotto di un numero n di saggi,
non inferiore a venti e ricavati da almeno dieci diversi elementi,
sui quali si effettueranno le prove previste dal secondo comma del
punto 1.1.
Le tensioni caratteristiche di snervamento e rottura
verranno calcolate a mezzo delle espressioni (A), (B) e (C) nelle
quali n è il numero dei saggi prelevati.
I singoli lotti
ai quali, sulla base di tale controllo specifico, si vogliano
attribuire proprietà meccaniche superiori a quelle desunte dal
controllo sistematico della produzione, dovranno essere
contraddistinti a mezzo di legatura sigillata, munita di etichetta
metallica sulla quale figurino gli estremi della partita e il valore
della tensione ammissibile garantito dal produttore ed accertato dal
Laboratorio Ufficiale.
Allegato 6
CONTROLLI DELL'ADERENZA
Le barre devono superare con esito positivo prove di aderenza secondo il metodo Beamtest da eseguirsi presso un Laboratorio Ufficiale con le modalità specificate nella CNR-UNI 10020 (gennaio 1971). La tensione di aderenza t d valutata secondo la CNR-UNI 10020 (gennaio 1971) verrà riferita ad una resistenza nominale del conglomerato di 27 N/mm2, mediante l'applicazione della seguente formula di correzione, valida nell'intervallo:
essendo:
la tensione di aderenza corretta;
la
tensione di aderenza rilevata
sperimentalmente;
Rc la resistenza del
conglomerato all'atto della prova.
Nel
certificato di prova devono essere descritte le caratteristiche
geometriche della sezione e delle nervature.
Le prove devono
essere estese ad almeno tre diametri scelti come segue:
- uno
nell'intervallo ;
- uno nell'intervallo ;
- uno pari al diametro massimo.
Non è richiesta la
ripetizione delle prove di aderenza, per le singole partite, quando
se ne possa determinare la rispondenza nei riguardi delle
caratteristiche e delle misure geometriche, con riferimento alla
serie di barre che hanno superato le prove stesse con esito
positivo.
Le tensioni tangenziali di aderenza e
, desunte dalla prova, come media dei risultati ottenuti
sperimentando almeno quattro travi per ogni diametro, devono
soddisfare le condizioni seguenti:
[= 80 - 1,2
]
[= 130 - 1,9
]
,
,
, e
, sono espressi in N/mm2 e
è
espresso in mm.
Per accertare la rispondenza delle singole partite nei riguardi delle proprietà di aderenza, si calcolerà per un numero significativo di barre il valore dell'indice di aderenza IR definito dall'espressione:
IR =
confrontando quindi il valore medio di IR
con il corrispondente IR(L) valutato sulle
barre provate in laboratorio.
La partita è ritenuta idonea se è
verificata almeno una delle due seguenti ineguaglianze (A) e
(B):
(A)
IR 0,048
per
mm
6
mm
IR 0,055
per 6 mm <
8 mm
IR 0,060
per 8 mm <
12 mm
IR 0,065
per
> 12 mm
(B)
essendo: = valore limite di
quale sopra definito per il diametro
considerato;
,
= valori
desunti dalle prove di laboratorio;
=
diametro nominale della barra;
c = interasse delle
nervature;
am = altezza media delle
nervature; =
inclinazione delle nervature sull'asse della barra espressa in
gradi;
lR = lunghezza delle
nervature;
IR = valore di IR
determinato sulle barre della fornitura
considerata;
IR(L) = valore di
IR determinato sulle barre provate in
laboratorio.
Qualora il profilo comporti particolarità di forma non contemplate nella definizione di IR (ad esempio nocciolo non circolare), l'ineguaglianza (A) dovrà essere verificata per i soli risalti o nervature.
Allegato 7
CONTROLLI SUI LATERIZI
a)
Valutazione dei dati di prova.
Tutte le caratteristiche
meccaniche di seguito specificate dovranno essere determinate presso
un Laboratorio Ufficiale su un insieme di un minimo di campioni a
cui possa applicarsi il metodo sotto riportato.
Nel caso in cui
venga effettuata la prova su almeno 30 campioni la resistenza
caratteristica viene ricavata mediante la seguente
formula:
fk = fm - 1,64 s
nella quale è:
fm = la media aritmetica delle resistenze unitarie
dei campioni;
s = lo scarto quadratico medio.
Nel caso
in cui il numero n dei campioni sia compreso tra 10 e 29 il
coefficiente moltiplicatore di s assumerà convenzionalmente i
valori k di cui alla seguente tabella.
n |
10 |
12 |
16 |
20 |
25 |
k |
2,13 |
2,06 |
1,98 |
1,93 |
1,88 |
In
entrambi i casi qualora il valore s calcolato risultasse
inferiore a 0,08 fm si dovrà introdurre nella
formula questo ultimo valore.
Nel caso infine in cui la prova
venga effettuata su un numero di campioni compreso fra 6 e 9 la
resistenza caratteristica viene assunta pari al minimo dei seguenti
due valori:
a) 0,7 fm - 2
(N/mm2);
b) il valore minimo della resistenza
unitaria del singolo campione.
Per le caratteristiche fisiche
(coefficiente di dilatazione termica e valore di dilatazione per
umidità) si intende invece che tutti i campioni provati debbano dare
valori rispettanti i limiti indicati nella normativa (punto 7.1.3.2.
della Parte I).
b) Metodi di prova.
1) Le resistenze in
direzione dei fori di cui al punto 7.1.3.2. dovranno essere
determinate mediante prove a compressione.
Il carico dovrà agire
nella direzione dei fori e la dimensione del provino, misurata
secondo tale direzione, dovrà essere pari all'altezza (dimensione
dell'elemento in direzione perpendicolare al piano della struttura)
del blocco, o superarla al massimo del 60%. Se necessario, si
procederà al taglio del blocco stesso.
Qualora si operi su
blocchi la cui larghezza ecceda i 40 cm, ciascun elemento verrà
suddiviso in due parti eguali e simmetriche mediante un taglio
parallelo alla direzione dei fori; le porzioni in aggetto dei setti
dovranno essere eliminate. La resistenza del blocco si otterrà
mediando i risultati ottenuti dalle prove sui due semiblocchi.
Le
facce normali alla direzione del carico, se non preventivamente
spianate con una smerigliatrice, dovranno essere corrette con un
foglio di piombo dello spessore di 1 mm interposto tra il piatto
della pressa e la faccia del blocco.
2) Per la verifica della
resistenza in direzione trasversale ai fori si procederà mediante lo
schiacciamento di campioni costituiti da coppie di laterizi
associati sui lati da una malta di gesso di spianatura (prova
siamese) dello spessore massimo di 2 cm.
Il carico agirà in
direzione ortogonale ai fori e le modalità della campionatura
saranno simili a quelle riportate nel precedente punto 1).
3) La
determinazione del valore del modulo elastico del laterizio avverrà
nel corso delle prove di cui in b) 1. procedendo al carico e
scarico successivo del sistema passando dal 20 al 40% del valore
minimo presuntivo di rottura, leggendo le deformazioni medie del
sistema (nella fase di scarico) tramite 4 flessimetri disposti sugli
spigoli della piastra di prova.
4) La resistenza a trazione per
flessione verrà determinata su campioni, ricavati dai blocchi
mediante opportuno taglio, di dimensioni minime di 30 x 120 x
spessore, in millimetri.
5) Le prove di punzonamento di cui al
punto 7.1.3.2. dovranno avvenire secondo le seguenti modalità di
prova.
Il blocco viene posato orizzontalmente su due appoggi
costituiti da due tondi in acciaio, del diametro di 20 mm, con
modalità analoghe a quelle che si verificano nel corso della posa in
opera prima del getto del calcestruzzo.
Il carico viene applicato
interponendo una piastra di legno duro avente le dimensioni di 5 x 5
cm in mezzeria.
Il carico viene fatto crescere progressivamente
fino a rottura. 6) Il coefficiente di dilatazione lineare verrà
determinato per un salto termico tra 70 °C e 20 °C in ambiente con
UR 25% a 70 °C su almeno 3 campioni di dimensioni minime come
descritto nel punto 4. Si assumerà come valore di riferimento il
minore dei valori trovati.
7) Il valore di dilatazione per
umidità verrà misurato su almeno 4 campioni di dimensioni minime
come descritte nel punto 4. La misura avverrà con le seguenti
modalità.
Essiccare i provini per 24 ore a 70 °C; raffreddarli a
20 °C e 65% UR; eseguire due misure a distanza di 3 ore; immergere i
provini in acqua a 20 °C per 90 giorni; togliere, asciugare e
condizionare i provini a 20 °C e 65% UR per 3 ore; eseguire due
misure a distanza di 3 ore.
L'inizio della prova dovrà avvenire
di regola entro 30 giorni dall'ultimazione del processo produttivo
del laterizio.
Il valore di riferimento si ottiene come media dei
tre valori minori ottenuti avendo quindi escluso il valore
massimo.
Allegato 8
CONTROLLI SU ACCIAIO DA COSTRUZIONE
1. Generalità.
Tutti i prodotti
debbono essere sottoposti a prove di qualificazione secondo le
modalità del successivo punto 2.
La qualificazione deve essere
riferita separatamente ad ogni singolo stabilimento produttore
dell'Azienda fornitrice.
I prodotti assoggettabili al
procedimento di qualificazione sono, suddivisi per gamma
merceologica, i seguenti:
- laminati mercantili, travi ad ali
parallele del tipo IPE e HE, travi a I e profilati a U;
- lamiere
e nastri, travi saldate e profilati aperti saldati;
- profilati
cavi circolari, quadrati o rettangolari senza saldature o
saldati.
L'impiego di acciai diversi dai tipi Fe 360, Fe 430 ed
Fe 510, quali ad esempio acciai ad alta resistenza, acciai
inossidabili, microlegati, speciali, è ammesso con le condizioni
indicate al secondo capoverso del punto 2.0 della Parte II.
Gli
adempimenti di cui al successivo punto 2 si applicano anche ai
prodotti provenienti dall'estero.
Per prodotti provenienti da
Paesi della Comunità economica europea nei quali sia in vigore una
certificazione di idoneità tecnica riconosciuta dalle rispettive
Autorità competenti, l'Azienda produttiva potrà, in alternativa a
quanto previsto al primo comma, inoltrare al Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale domanda intesa ad ottenere il
riconoscimento dell'equivalenza della procedura adottata nel Paese
di origine, depositando contestualmente la relativa documentazione
per i prodotti da fornire con il corrispondente
marchio.
L'equivalenza della procedura di cui al comma precedente
è sancita con decreto del Ministero dei lavori pubblici sentito il
Consiglio superiore dei lavori pubblici.
2. Modalità di qualificazione.
I
produttori per qualificare la loro produzione devono sottoporsi agli
adempimenti qui di seguito specificati, e produrre la documentazione
relativa al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, che ne cura il deposito:
- dimostrazione dell'idoneità
del processo produttivo;
- controllo continuo interno di qualità
della produzione condotto su basi probabilistiche;
- verifica
periodica della qualità da parte dei Laboratori Ufficiali.
Sono
prodotti qualificabili sia quelli raggruppabili per colata che
quelli per lotti di produzione (1).
Ai fini delle prove di
qualificazione e di controllo (vedere punto 2.2.), i prodotti
nell'ambito di ciascuna gamma merceologica di cui al punto 1., sono
raggruppabili per gamme di spessori così come definito nelle norme
UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7806 (dicembre 1979) e UNI 7810
(dicembre 1979).
Sempre agli stessi fini, sono raggruppabili
anche i diversi gradi di acciai (B, C, D, DD; vedere Parte II,
prospetti 1-II e 2- II), sempreché siano garantite per tutti le
caratteristiche del grado superiore del raggruppamento.
Tutte le
forniture debbono essere accompagnate da apposita documentazione
(vedere punto 2.5.).
2.1. DIMOSTRAZIONE DELL'IDONEITA' DEL PROCESSO
PRODUTTIVO.
Il produttore, limitatamente alle gamme
merceologiche indicate al punto 1., e per ogni singolo stabilimento,
dovrà presentare apposita documentazione al Ministero dei lavori
pubblici, Servizio tecnico centrale, che notifica al produttore
l'avvenuto deposito ed accerta la validità e la rispondenza della
documentazione stessa anche attraverso sopralluoghi, rilasciando
apposito attestato, precisando:
- il tipo di prodotti (dimensioni
e qualità);
- le condizioni generali della fabbricazione o
dell'approvvigionamento dell'acciaio o del prodotto intermedio;
-
la descrizione degli impianti di laminazione;
- le modalità di
marchiatura che consentono l'individuazione del prodotto da
effettuarsi secondo le procedure del punto 2.5.;
-
l'organizzazione del controllo interno di qualità;
- i
responsabili aziendali incaricati della firma dei certificati;
-
il Laboratorio Ufficiale responsabile delle prove di controllo;
-
dichiarazione che il servizio di controllo interno delle qualità
sovraintende ai controlli di produzione e che esso è indipendente
dai servizi di produzione.
PROSPETTO 1
n |
k |
n |
k |
10 |
2,91 |
40 |
2,13 |
11 |
2,82 |
45 |
2,09 |
12 |
2,74 |
50 |
2,07 |
13 |
2,67 |
60 |
2,02 |
14 |
2,61 |
70 |
1,99 |
15 |
2,57 |
80 |
1,97 |
16 |
2,52 |
90 |
1,94 |
17 |
2,49 |
100 |
1,93 |
18 |
2,45 |
150 |
1,87 |
19 |
2,42 |
200 |
1,84 |
20 |
2,40 |
250 |
1,81 |
22 |
2,35 |
300 |
1,80 |
24 |
2,31 |
400 |
1,78 |
25 |
2,29 |
500 |
1,76 |
30 |
2,22 |
1.000 |
1,73 |
35 |
2,17 |
|
1,64 |
________________________
(1) Un lotto di produzione è costituito da un quantitativo di 40 t, o frazione residua, per ogni profilo, qualità e gamma di spessore, senza alcun riferimento alle colate che sono state utilizzate per la loro fabbricazione. Per quanto riguarda i profilati cavi, il lotto di produzione corrisponde all'unità di collaudo come definita dalle norme UNI 7086 e 7810 (dicembre 1979) in base al numero dei pezzi.
Il
produttore deve inoltre produrre una idonea documentazione sulle
caratteristiche chimiche e meccaniche riscontrate per quelle qualità
e per quei prodotti che intende qualificare.
La documentazione
deve essere riferita ad una produzione consecutiva relativa ad un
periodo di tempo di almeno sei mesi e ad un quantitativo di prodotti
tale da fornire un quadro statisticamente significativo della
produzione stessa e comunque o 2.000
t oppure ad un numero di colate o di lotti
25.
Tale documentazione di prova deve basarsi sui dati
sperimentali rilevati dal produttore, integrati dai dati di
certificati di Laboratori Ufficiali, incaricati dal produttore
stesso; le prove del Laboratorio Ufficiale devono riferirsi a
ciascun tipo di prodotto, inteso individuato da gamma merceologica,
classe di spessore e qualità di acciaio, ed essere relative al
rilievo dei valori caratteristici; per ciascun tipo verranno
eseguite almeno 30 prove su saggi appositamente prelevati.
La
documentazione del complesso delle prove meccaniche deve essere
elaborata in forma statistica calcolando, per lo snervamento e la
resistenza a rottura, il valore medio, lo scarto quadratico medio e
il relativo valore caratteristico delle corrispondenti distribuzioni
di frequenza.
Il valore caratteristico è il frattile di ordine 0,05 della rispettiva distribuzione statistica calcolato mediante l'espressione:
dove:
fm = media aritmetica degli
n risultati sperimentali;
s = scarto quadratico
medio degli stessi;
k = fattore funzione del numero di
risultati sperimentali associato alla percentuale della popolazione
pari al 95% e alla formulazione di rischio del tipo con
con protezione unilaterale (prospetto I).
I singoli
risultati sperimentali ed i valori caratteristici così calcolati
devono rispettare le limitazioni riportate nei citati prospetti 1-II
e 2-II per le tensioni di snervamento e di rottura mentre per
l'allungamento percentuale e la resilienza vale il criterio del
minimo tabellare.
Il Ministero, ricevuta la documentazione, darà
atto al produttore dell'avvenuto deposito.
2.2. CONTROLLO CONTINUO DELLA QUALITA' DELLA
PRODUZIONE.
Il servizio di controllo interno della qualità
dello stabilimento produttore deve predisporre un'accurata procedura
atta a mantenere sotto controllo con continuità tutto il ciclo
produttivo.
In particolare, per quanto riguarda i prodotti
finiti, deve procedere ad un rilevazione di tutte le caratteristiche
chimiche e meccaniche previste ai punti 2.1. e 2.3. della Parte
Seconda.
La rilevazione dei dati di cui sopra deve essere
ordinata cronologicamente su appositi registri distinti per qualità,
per prodotto (o gruppi di prodotti come sopra indicato) e per gamme
di spessori, come specificato nella norma di prodotto.
Per ogni
colata, o per ogni lotto di produzione, contraddistinti dal proprio
numero di riferimento, viene prelevato dal prodotto finito un saggio
per colata e comunque un saggio ogni 80 t oppure un saggio
per lotto e comunque un saggio ogni 40 t o frazione; per
quanto riguarda i profilati cavi, il lotto di produzione è definito
dalle relative norme UNI di prodotto, in base al numero dei
pezzi.
Dai saggi di cui sopra verranno ricavati i provini per la
determinazione delle caratteristiche chimiche e meccaniche previste
dalle norme UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7806 (dicembre 1979) e
UNI 7810 (dicembre 1979), rilevando il quantitativo in tonnellate di
prodotto finito cui la prova si riferisce.
Per quanto concerne
fy e ft, i dati
singoli raccolti, suddivisi per qualità e prodotti (secondo le gamme
dimensionali) vengono riportati su idonei diagrammi per consentire
di valutare statisticamente nel tempo i risultati della produzione
rispetto alle prescrizioni delle presenti norme tecniche.
I
restanti dati relativi alle caratteristiche chimiche, di resilienza
e di allungamento vengono raccolti in tabelle e conservati, dopo
averne verificato la rispondenza alle norme EN 10025 (marzo 1990),
7806 (dicembre 1979) e UNI 7810 (dicembre 1979) per quanto concerne
le caratteristiche chimiche e alle prescrizioni di cui ai prospetti
1-II e 2-II, per quanto concerne resilienza e allungamento.
E'
cura e responsabilità del produttore individuare, a livello di
colata o di lotto di produzione, gli eventuali risultati anomali che
portano fuori limiti la produzione e di provvedere ad ovviarne le
cause. I diagrammi sopra indicati devono riportare gli eventuali
dati anomali.
I prodotti non conformi devono essere deviati ad
altri impieghi, previa punzonatura di annullamento, e tenendone
esplicita nota nei registri.
La documentazione raccolta presso il
controllo interno di qualità dello stabilimento produttore deve
essere conservata a cura del produttore.
Lo stabilimento
produttore è autorizzato alla spedizione del prodotto che dovrà
essere marchiato in conformità a quanto precisato nella
documentazione di deposito al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale, accompagnato dal certificato di collaudo
interno (vedere punto 2.6.) firmato dal responsabile del servizio di
controllo di qualità riportante gli estremi della certificazione di
deposito rilasciata dal Ministero.
2.3. VERIFICA PERIODICA DELLA QUALITA' DA PARTE DEI
LABORATORI UFFICIALI.
Il Laboratorio Ufficiale, incaricato
a ciò dal produttore, effettuerà periodicamente a sua discrezione,
almeno ogni sei mesi, una visita presso lo stabilimento produttore
nel corso della quale su tre tipi di prodotto, scelti di volta in
volta tra qualità di acciaio, gamma merceologica e classe di
spessore, effettuerà per ciascun tipo (o presso il laboratorio del
produttore o presso il Laboratorio Ufficiale stesso) non meno di 30
prove a trazione su provette ricavate sia da saggi prelevati
direttamente dai prodotti sia da saggi appositamente accantonati dal
produttore in numero di almeno 2 per colata o lotto di produzione,
relativa alla produzione intercorsa dalla visita
precedente.
Inoltre il laboratorio effettuerà le altre prove
previste (resilienza e analisi chimiche) sperimentando su provini
ricavati da 3 campioni per ciascun tipo sopraddetto.
Il
Laboratorio Ufficiale elaborerà in forma statistica i risultati
delle prove di trazione per ciascuno dei tre gruppi, utilizzando per
il controllo di accettazione l'espressione
fm-1,25 del
corrispondente valore di cui al prospetto 1-II e 2-II della Parte
Seconda. Inoltre verrà controllato che i singoli risultati
sperimentali per le tensioni di snervamento e di rottura rispettino
le limitazioni riportate nei prospetti 1-II e 2-II e che i
coefficienti di variazione percentuale dello snervamento (rapporto
tra scarto quadratico medio e media aritmetica) risultino inferiori
rispettivamente al 9% per l'acciaio Fe 360, all'8% per l'acciaio Fe
430 e al 7% per l'acciaio Fe 510.
Infine si controllerà che siano
rispettati i valori minimi prescritti per la resilienza e quelli
massimi per le analisi chimiche.
Nel caso che i risultati delle
prove siano tali per cui viene accertato che i limiti prescritti non
siano rispettati, vengono prelevati altri saggi (nello stesso
numero) e ripetute le prove.
Ove i risultati delle prove, dopo
ripetizione, fossero ancora insoddisfacenti, il laboratorio
ufficiale incaricato del controllo sospenderà le verifiche della
qualità dandone comunicazione al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale e ripeterà la qualificazione dopo che il
produttore avrà ovviato alle cause che avevano dato luogo al
risultato insoddisfacente.
Per quanto concerne le prove di
verifica periodica della qualità per gli acciai di cui al punto 1.,
quarto capoverso del presente allegato, con snervamento o resistenza
inferiori al tipo Fe 360, si utilizza un coefficiente di variazione
pari a 9%. Per gli acciai con caratteristiche comprese tra i tipi Fe
360 ed Fe 510 si utilizza un coefficiente di variazione pari all'8%.
Per gli acciai con snervamento o rottura superiore al tipo Fe 510 si
utilizza un coefficiente di variazione pari al 6%.
Per tali
acciai la qualificazione è ammessa anche nel caso di produzione non
continua nell'ultimo semestre ed anche nei casi in cui i
quantitativi minimi previsti non siano rispettati, permanendo tutte
le altre regole relative alla qualificazione.
Una volta l'anno il
produttore è tenuto ad inviare al Ministero dei lavori pubblici,
Servizio tecnico centrale, la seguente documentazione:
a)
una dichiarazione attestante la permanenza delle condizioni iniziali
di idoneità del processo produttivo e dell'organizzazione del
controllo interno di qualità, o le eventuali modifiche;
b)
le tabelle contenenti i singoli risultati dei controlli eseguiti in
merito alle caratteristiche meccaniche e chimiche;
c)
l'elaborazione statistica dei controlli interni eseguiti nell'ultimo
anno, per ciascun tipo di prodotto, da cui risulti il quantitativo
di produzione e il numero delle prove;
d) i risultati dei
controlli eseguiti dal Laboratorio Ufficiale (certificati e loro
elaborazione) per le prove meccaniche e chimiche;
e) la
dichiarazione che attesta la conformità statistica, secondo una
metodologia che deve essere dichiarata, delle verifiche di cui ai
punti c) e d) con le prescrizioni di cui ai prospetti
1-II e 2-II della Parte Seconda e la dichiarazione di rispetto delle
prescrizioni relative alla resilienza, allungamento e analisi
chimica.
Il mancato rispetto delle sopra indicate condizioni,
accertato anche attraverso sopralluoghi, può comportare la decadenza
della qualificazione.
2.4. CONTROLLI SU SINGOLE COLATE.
Negli
stabilimenti soggetti a controlli sistematici di cui al precedente
punto 2.3., i produttori potranno richiedere di loro iniziativa di
sottoporsi a controlli, eseguiti a cura di un Laboratorio Ufficiale,
su singole colate di quei prodotti che, per ragioni produttive, non
possono ancora rispettare le condizioni quantitative minime (vedere
punto 2.1.) per qualificarsi.
Le prove da effettuare sono quelle
relative alle UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7810 (dicembre 1979)
e UNI 7806 (dicembre 1979) ed i valori da rispettare sono quelli di
cui ai prospetti 1-II e 2-II della Parte II.
2.5. MARCHIATURA PER IDENTIFICAZIONE.
Il
produttore deve procedere ad una marchiatura del prodotto fornito
dalla quale risulti in modo inequivocabile il riferimento
dell'azienda produttrice, allo stabilimento, al tipo di acciaio e al
grado qualitativo.
Considerata la diversa natura, forma e
dimensione dei prodotti, le caratteristiche degli impianti per la
loro fabbricazione, nonché la possibilità di fornitura sia in pezzi
singoli sia in fasci, differenti potranno essere i sistemi di
marchiatura adottati, quali ad esempio l'impressione sui cilindri di
laminazione, la punzonatura a caldo e a freddo, la stampigliatura a
vernice, la targhettatura, la sigillatura dei fasci e
altri.
Tenendo presente che l'elemento determinante della
marchiatura è costituito dalla sua inalterabilità nel tempo, dalla
impossibilità di manomissione, il produttore deve rispettare le
modalità di marchiatura denunciate nella sua documentazione
presentata al Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico
centrale, come precisato al punto 2.1. e deve comunicare
tempestivamente eventuali modifiche apportate.
La mancata
marchiatura e la sua illeggibilità anche parziale rende il prodotto
non impiegabile.
Qualora, sia presso gli utilizzatori, sia presso
i commercianti, l'unità marchiata (pezzo singolo o fascio) venga
scorporata, per cui una parte, o il tutto, viene a perdere
l'originale marchiatura del produttore è responsabilità sia degli
utilizzatori sia dei commercianti documentare la provenienza del
materiale e gli estremi del deposito del marchio presso il Ministero
dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale.
2.6. DOCUMENTAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO DELLE
FORNITURE.
Il produttore è tenuto ad accompagnare ogni
fornitura con:
- certificato di collaudo secondo UNI EN 10204
(dicembre 1992);
- dichiarazione che il prodotto è qualificato ai
sensi delle presenti norme tecniche, e di aver soddisfatto tutte le
relative prescrizioni, riportando gli estremi del marchio e unendo
copia del relativo certificato del Laboratorio Ufficiale.
3. Controlli in officina o in
cantiere.
Il controllo in officina di fabbricazione o
in cantiere sarà effettuato dal direttore dei lavori o, in sua
mancanza all'atto delle lavorazioni, dal tecnico responsabile della
fabbricazione, che assume a tale riguardo le responsabilità
attribuite dalla legge al direttore dei lavori. In questo secondo
caso la relativa documentazione sarà trasmessa al direttore dei
lavori prima della messa in opera. La frequenza dei prelievi è
stabilita dal direttore dei lavori o, in sua mancanza all'atto della
lavorazione, dal tecnico responsabile della fabbricazione, in
relazione all'importanza dell'opera.
I dati sperimentali ottenuti
dovranno soddisfare le prescrizioni di cui ai prospetti 1-II e 2-II
della parte 2ª per quanto concerne l'allungamento e la resilienza,
nonché delle norme UNI EN 10025 (febbraio 1992), UNI 7810 (dicembre
1979) e 7806 (dicembre 1979) per le caratteristiche
chimiche.
Ogni singolo valore della tensione di snervamento e di rottura non dovrà risultare inferiore ai limiti tabellari (prospetti 1-II e 2-II) per più di
Fe 360 |
Fe 430 |
Fe 510 | ||
Tensioni di rottura a trazione |
N/mm2 |
15 |
18 |
22 |
Tensioni di snervamento |
N/mm2 |
10 |
12 |
15 |
I certificati relativi alle prove (meccaniche) degli acciai devono riportare l'indicazione del marchio identificativo di cui al precedente punto 2.5., rilevato a cura del Laboratorio incaricato dei controlli, sui campioni da sottoporre a prove. Ove i campioni fossero sprovvisti di tale marchio, oppure il marchio non dovesse rientrare fra quelli depositati presso il Ministero dei lavori pubblici, Servizio tecnico centrale, dovrà essere riportata specifica annotazione sul certificato di prova.
Indice D.M. 9-01-1996 - Torna all'area consultazione