CIRCOLARE 4 luglio 1996 N. 156
AA.GG/STC
(G.U. 16-9-1996,
n. 217 - supplemento)
PRIMA PARTE
MINISTERO
DEI LAVORI PUBBLICI
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO SUPERIORE
Servizio Tecnico Centrale
ISTRUZIONI PER
L'APPLICAZIONE DELLE
"NORME TECNICHE RELATIVE AI CRITERI GENERALI PER LA VERIFICA DI
SICUREZZA DELLE COSTRUZIONI E DEI CARICHI E SOVRACCARICHI"
DI CUI AL DECRETO MINISTERIALE 16 GENNAIO 1996
Nei punti che seguono vengono trattati e approfonditi i vari capitoli delle norme di cui al decreto ministeriale 16-1-1996, conservandone la stessa numerazione. Per comodità di uso le presenti istruzioni riportano tra virgolette anche il testo integrale delle norme; le Istruzioni, contrassegnate da una lettera C preposta al numero del paragrafo, sono riportate a complemento di ciascun capitolo del testo normativo.
1.
CAMPO DI APPLICAZIONE E CRITERI GENERALI DI VERIFICA
Le presenti norme sono relative alle costruzioni ad uso civile ed
industriale. I metodi generali di verifica nonché‚ i valori delle
azioni qui previsti sono applicabili a tutte le costruzioni da
realizzare nel campo dell'ingegneria civile per quanto non in
contrasto con vigenti norme specifiche.
Scopo delle verifiche di sicurezza è garantire che l'opera sia in
grado di resistere con adeguata sicurezza alle azioni cui potrà
essere sottoposta, rispettando le condizioni necessarie per il suo
esercizio normale, e che sia assicurata la sua durabilità.
Tali verifiche si applicano alla struttura presa nel suo insieme ed
a ciascuno dei suoi elementi costitutivi; esse devono essere
soddisfatte sia durante l'esercizio sia nelle diverse fasi di
costruzione, trasporto e messa in opera.
I metodi di verifica ammessi dalle presenti norme sono:
a) il metodo agli stati limite (metodo dei coefficienti parziali);
b) il metodo delle tensioni ammissibili.
Oltre ai metodi a) e b) sono consentiti altri metodi di verifica
scientificamente comprovati purché‚ venga conseguita una
sicurezza non inferiore a quella ottenuta con l'applicazione dei
sopraddetti metodi.
C.1.1. UNITA'
DI MISURA
Il sistema di unità di misura adottato è il Sistema Internazionale
di unità, denominato con la sigla "SI" di cui alla
direttiva comunitaria 76/770/CEE del 27-7-1976.
C.1.2.
MATERIALI
Per le proprietà dei materiali e la loro determinazione si rinvia
alle prescrizioni di cui alle norme vigenti.
C.1.3.
PRINCIPI GENERALI DEL METODO AGLI STATI LIMITE
Secondo il metodo agli stati limite, la sicurezza nei riguardi delle
condizioni ritenute pregiudizievoli (stati limite) viene garantita,
per quanto possibile, su basi statistiche.
Si definisce "stato limite" uno stato raggiunto il quale,
la struttura o uno dei suoi elementi costitutivi, non può più
assolvere la sua funzione o non soddisfa più le condizioni per cui
è stata concepita.
Gli stati limite si suddividono in due categorie:
a) stati limite ultimi, corrispondenti al valore estremo della
capacità portante o comunque al raggiungimento di condizioni
estreme;
b) stati limite di esercizio, legati alle esigenze di impiego
normale e di durata.
a) Stati limite ultimi
Nei casi usuali si devono considerare gli stati limite ultimi
derivanti da:
- perdita di equilibrio di una parte o dell'insieme della struttura,
considerata come corpo rigido;
- rottura localizzata della struttura, per azioni statiche;
- collasso per trasformazione della struttura o di una sua parte in
meccanismo;
- instabilità per deformazione;
- rottura localizzata della struttura per fatica;
- deformazione plastica o di fluage, o fessurazione o scorrimento di
giunti che conducano ad una modifica della geometria, tale da
rendere necessaria la sostituzione della struttura o di sue parti
fondamentali;
- degrado o corrosione che rendano necessaria la sostituzione della
struttura o di sue parti fondamentali.
Non si effettueranno di regola delle verifiche nei riguardi del
raggiungimento degli stati limite ultimi per effetto di azioni
eccezionali quali uragani, urti, esplosioni, ecc.; tuttavia la
concezione strutturale, i dettagli costruttivi ed in materiali usati
dovranno essere tali da evitare che la struttura possa essere
danneggiata in misura sproporzionata alla causa.
In presenza di cicli di carico di notevole intensità si effettuerà
anche la verifica nei riguardi della formazione di meccanismi da
collasso incrementale.
b) Stati limite di esercizio
Oltre agli eventuali stati limite di esercizio specificatamente
previsti caso per caso, di regola si dovranno prendere in esame gli
stati limite di esercizio derivati da:
- deformazioni eccessive;
- fessurazioni premature o eccessive;
- degrado o corrosione;
- spostamenti eccessivi (senza perdita dell'equilibrio);
- vibrazioni eccessive.
2.
LIVELLI DI SICUREZZA E COMBINAZIONE DEI CARICHI
Con riferimento ad entrambi i metodi di verifica di cui alle lettere
a) e b) del punto 1, i coefficienti da applicarsi sia ai carichi che
alle resistenze sono definiti dalle singole normative in funzione
dei materiali, delle tipologie strutturali, delle modalità
costruttive, della destinazione e della durata prevista dell'opera,
al fine di conseguire il necessario livello di sicurezza.
In particolare, in ciascuna verifica le azioni sono combinate
linearmente, mediante opportuni coefficienti che tengono conto della
durata prevista per ciascuna azione, della frequenza del suo
verificarsi e della probabilità di presenza contemporanea di più
azioni.
Per le opere in cemento armato, precompresso e per le strutture
metalliche, i coefficienti sono definiti dalle Norme Tecniche di cui
all'art. 21 della legge 5-11-1971, n. 1086.
È consentito derogare dai valori dei coefficienti di combinazione
previsti dalle Normative, purché ciò sia giustificato da
approfonditi studi, nel pieno rispetto dei principi e degli
obiettivi sopra enunciati.
C.2.1.
APPLICAZIONE DEI CONCETTI PROBABILISTICI
Il raggiungimento di uno stato limite può essere provocato
dall'intervento concomitante di vari fattori di carattere aleatorio
derivanti dalle incertezze relative:
- alle resistenze dei materiali impiegati rispetto ai valori assunti
dal progettista, e ciò anche in relazione alle effettive condizioni
realizzate in sito ed ai parametri che influiscono sullo stato
limite considerato (carichi di lunga durata, fatica, fragilità,
ecc.);
- all'intensità delle azioni dirette, indirette e di natura
chimico-fisica ed alla probabilità della loro coesistenza;
- alla geometria della costruzione;
- alla divergenza tra gli effetti realmente indotti dai carichi e
quelli calcolati.
L'obiettivo delle verifiche di sicurezza è di mantenere la
probabilità di raggiungimento dello stato limite considerato entro
il valore prestabilito in relazione al tipo di costruzione preso in
esame, alla sua influenza sulla incolumità delle persone ed alla
sua prevista durata di esercizio.
Il metodo qui adottato, prevede:
a) l'introduzione dei "valori caratteristici" per tutte le
grandezze delle quali si vuole mettere in conto il carattere
aleatorio, e in ogni caso per:
- le resistenze che definiscono le proprietà meccaniche dei
materiali;
- l'intensità delle azioni;
b) la trasformazione di tali valori caratteristici in "valori
di calcolo" adeguati allo stato limite considerato, mediante
l'applicazione di coefficienti parziali
o
al
fine di coprire gli altri fattori di incertezza di cui sopra.
Le resistenze di calcolo dei materiali si ottengono dividendo le
resistenze caratteristiche per i coefficienti
(>1). Le azioni di calcolo si ottengono dalle azioni
caratteristiche, moltiplicando per i coefficienti
(>1 o £ 1 a seconda che il contributo dell'azione
diminuisca o aumenti la sicurezza).
In casi particolari è inoltre possibile l'applicazione dei
coefficienti
aggiuntivi, definiti dalle normative specifiche dei singoli tipi
strutturali e per i vari stati limite considerati.
c) le dimensioni geometriche di norma sono assunte deterministiche.
Le resistenze caratteristiche dei materiali sono, per definizione, i
frattili di ordine 0,05 delle rispettive distribuzioni statistiche.
Il valore caratteristico delle azioni permanenti è il frattile di
ordine 0,95 ovvero quello di ordine 0,05 delle relative distruzioni
statistiche (indicati Fk e F
rispettivamente), a seconda che i valori rilevanti ai fini della
sicurezza siano quelli più elevati ovvero quelli più bassi.
Quando si possono assimilare gli effetti della pre-tensione ad un
insieme di forze esterne, l'intensità caratteristica delle forze di
pre-tensione P,
per definizione, il frattile di ordine 0,95 (oppure 0,05) delle
relative distribuzioni.
La forza caratteristica di pre-tensione agente in una data sezione,
sia in corso di esecuzione che in esercizio, è definita in base
- alla forza di pre-tensione iniziale caratteristica;
- al valore caratteristico assunto dall'istante considerato dalle
perdite di tensione istantanee e differite nel tempo.
C.2.2.
MODIFICA DEI LIVELLI DI SICUREZZA
Le normative specifiche assegneranno ai coefficienti
valori tali che, in unione ai valori dei coefficienti
,
ne risultino livelli usualmente accettati di probabilità di
raggiungimento degli stati limite ultimi per il previsto periodo di
utilizzo della struttura.
Qualora per certe strutture il raggiungimento di tale stato limite
ultimo possa apportare particolare pericolo alla comunità, può
essere richiesto un livello di sicurezza maggiore. Analogamente in
altri casi può essere sufficiente un livello di sicurezza
inferiore.
Nel prospetto seguente, a titolo di esempio, sono riportati i valori
dei coefficienti gf per il livello di rischio L
e per livelli di rischio 10L e L/10.
Livelli di rischio |
10L |
L |
L/10 |
Coefficienti
|
1,38 |
1,50 |
1,61 |
Ogni eventuale modifica dei livelli di sicurezza dovrà essere espressamente autorizzata caso per caso dal Servizio Tecnico Centrale sentito il Consiglio Superiore dei LL.PP.
3.
AZIONI SULLE COSTRUZIONI - GENERALITA'
Le azioni da considerare nelle costruzioni comprendono in genere:
pesi propri degli elementi costituenti la struttura, carichi
permanenti, sovraccarichi variabili per gli edifici, variazioni
termiche e igrometriche, cedimenti di vincoli, azioni sismiche e
dinamiche in genere, azioni eccezionali.
Nel seguito sono indicati i pesi per unità di volume dei principali
materiali per la determinazione dei pesi propri strutturali e sono
date prescrizioni relativamente ai sovraccarichi variabili per gli
edifici, alle azioni della neve e del vento, alle variazioni di
temperatura. Nelle verifiche col metodo di cui alla lettera a) del
punto 1., tali valori si considerano caratteristici; in quelle col
metodo di cui alla lettera b), essi si considerano nominali.
Per le altre azioni si dovrà fare riferimento alle apposite
regolamentazioni in vigore.
Nei successivi punti vengono trattati il peso proprio, le azioni di
neve e di vento e le variazioni termiche.
C.3.1. TIPI
DI AZIONI
Per la determinazione delle sollecitazioni S (nota 1) nei
vari stati limite, si deve tener conto delle seguenti azioni F (nota
2 ):
a) le azioni dirette (forze): carichi permanenti (peso proprio ed
altri carichi fissi) e carichi variabili (carichi di servizio, neve,
vento, sisma, spinta delle terre, forze dinamiche, ecc.);
b) le azioni indirette (deformazioni impresse): variazioni termiche,
ritiro, pre-tensione, spostamenti di vincoli, difetti di montaggio,
ecc.;
c) le azioni di carattere chimico fisico dovute a: agenti
aggressivi, gelo, umidità, materiali nocivi, ecc.
In particolare nella determinazione delle sollecitazioni si dovrà
tener conto degli effetti dovuti ad eccentricità non voluta, per
imperfezioni geometriche, di carico, ecc.
C.3.2.
COMBINAZIONI DI CARICO
Indipendentemente dal metodo di verifica adottato, le azioni debbono
essere cumulate secondo condizioni di carico tali da risultare più
sfavorevoli ai fini delle singole verifiche, tenendo conto della
ridotta probabilità di intervento simultaneo di tutte le azioni con
i rispettivi valori più sfavorevoli.
C.3.2.1.
STATI LIMITE ULTIMI
Le formule di combinazione qui indicate hanno carattere orientativo
e possono applicarsi a costruzioni civili o industriali di tipo
corrente per le quali non esistono regolamentazioni specifiche.
Si adotteranno le combinazioni espresse simbolicamente come segue:
Fd = g
× Gk +
p
× Pk+
q
× Qlk+
q
(
0i
× Qik)
dove i segni + e significano
l'applicazione concomitante dei rispettivi addendi ed il
coefficiente
q
(pari a 1,5 oppure a 0) va applicato a ciascun carico Qik
con il valore appropriato.
Si assumono i coefficienti
:
g
= 1,4 (1,0 se il suo contributo aumenta la sicurezza);
p
= 0,9 (1,2 se il suo contributo diminuisce la sicurezza);
q
= 1,5 (0 se il suo contributo aumenta la sicurezza);
ed essendo:
Gk il valore
caratteristico delle azioni permanenti;
Pk il valore caratteristico della forza di
precompressione;
Qlk il valore caratteristico dell'azione di base di ogni
combinazione;
Qik i valori caratteristici delle azioni variabili tra
loro indipendenti;
0i
coefficiente di combinazione allo stato limite ultimo, da
determinarsi sulla base di considerazioni statistiche; in assenza di
queste si assume
0i
non inferiore a 0,7 per i carichi variabili di esercizio nei
fabbricati per abitazione e uffici e/o non inferiore a 0,7 per neve
e vento.
Qualora le deformazioni impresse esercitino una azione significativa
sullo stato limite ultimo considerato se ne terrà conto applicando
loro un coefficiente pari a 1,2.
Il contributo delle deformazioni impresse, non imposte
appositamente, deve essere trascurato se a favore della sicurezza.
Nella espressione di Fd ciascuna azione variabile deve
essere di volta in volta assunta come azione di base della
combinazione.
C.3.2.1.1.
AZIONI ECCEZIONALI
Le azioni eccezionali (uragani, urti, esplosioni, ecc.), da
considerare soltanto quando prescritte, si combinano solo con i
carichi di carattere permanente. In tal caso alle verifiche di cui
alla espressione Fd sopra riportata, si aggiunge la
seguente :
Fd = Gk
+ Qdk + ex
× Qex
espressione in cui Qdk
corrisponde alla frazione dei carichi variabili caratteristici
avente una durata di applicazione superiore a 30 giorni all'anno e Qex
è il valore nominale dell'azione eccezionale considerata.
I valori del fattore ex
nell'applicazione della espressione precedente vengono fissati
nell'intervallo 1,0¸ 1,5 in relazione alla importanza dei danni cui
potrebbe dar luogo il raggiungimento dello stato limite considerato.
C.3.2.2.
STATI LIMITE DI ESERCIZIO
Le formule di combinazione qui indicate hanno carattere orientativo
e possono applicarsi a costruzioni civili o industriali di tipo
corrente e per le quali non esistano regolamentazioni specifiche. Si
prenderanno in esame le seguenti combinazioni:
rare: | Fd = Gk
+ Pk + Qlk+ ![]() ![]() ![]() |
frequenti: | Fd = Gk
+ Pk + y li × Qlk + ![]() ![]() |
quasi permanenti: | Fd = Gk
+ Pk + ![]() ![]() |
essendo:
1i:
coefficiente atto a definire i valori delle azioni variabili
assimilabili ai frattili di ordine 0,95 delle distribuzioni dei
valori istantanei;
2i:
coefficiente atto a definire i valori quasi permanenti delle azioni
variabili assimilabili ai valori medi delle distribuzioni dei valori
istantanei.
In mancanza di informazioni
adeguate si potranno attribuire ai coefficienti 0i,
li,
2i
i valori minimi seguenti:
Azione |
|
|
|
Carichi variabili nei fabbricati per abitazione |
0,7 |
0,5 |
0,2 |
Uffici e negozi |
0,7 |
0,6 |
0,3 |
Autorimesse |
0,7 |
0,7 |
0,6 |
Vento e neve |
0,7 |
0,2 |
0 |
C.3.3.
CORROSIONE E DEGRADO
In mancanza di specifiche prescrizioni progettuali, sia in fase di
costruzione che in esercizio dovranno essere assunte quelle misure
che l'esperienza ha dimostrato valide per una accettabile
durevolezza dell'opera, nei confronti di tali stati limite.
4.
PESI PROPRI DEI MATERIALI STRUTTURALI
I pesi per unità di volume dei più comuni materiali, per la
determinazione dei pesi propri strutturali, possono essere assunti
pari a quelli riportati nel prospetto 4.1. Sono comunque ammessi
accertamenti specifici.
Prospetto 4.1.
Pesi per unità di volume dei principali materiali strutturali
Conglomerato cementizio ordinario |
24,0 kN/m3 |
Conglomerato cementizio ordinario armato (e/o precompresso) |
25,0 kN/m3 |
Conglomerati "leggeri": da determinarsi |
(14,0÷20,0) kN/m3 |
Conglomerati "pesanti ": da determinarsi |
(28,0÷50,0) kN/m3 |
Acciaio |
78,5 kN/m3 |
Ghisa |
72,5 kN/m3 |
Alluminio |
27,0 kN/m3 |
Legname: |
|
Abete, castagno |
6,0 kN/m3 |
Quercia, noce |
8,0 kN/m3 |
Pietrame: |
|
Tufo vulcanico |
17,0 kN/m3 |
Calcare compatto |
26,0 kN/m3 |
Calcare tenero |
22,0 kN/m3 |
Granito |
27,0 kN/m3 |
Laterizio (pieno) |
18,0 kN/m3 |
Malta di calce |
18,0 kN/m3 |
Malta di cemento |
21,0 kN/m3 |
________________________________________________________
(nota 1) Si indica "sollecitazione" o "caratteristica della sollecitazione" S ogni effetto od insieme di effetti interni (forza normale, momento flettente, forza di taglio, ecc.) che, a causa delle azioni, si determinano nella struttura; più in generale si potrà indicare con "S" ogni "effetto od insieme di effetti" (ivi comprese deformazioni, aperture di fessure, ecc. indotte dalle azioni sulla struttura).
(nota 2) Si designa con il termine "azione" F ogni causa o insieme di cause (carichi permanenti, carichi variabili, deformazioni impresse, agenti chimico-fisici...) capaci di indurre stati limite in una struttura.
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