GIANROCCO GUERRIERO


 Postfazioni (di Carlo de Ambrogio)

C'è da spiegare perché, quando ho letto l'opera di Guerriero, me ne sono innamorato subito: innamorato, ovviamente, come si può esserlo di un'idea, di un progetto filosofico. Sì, perché - nel movente di fondo - il suo è un libro di idee completo, che indaga nei segreti più profondi dell'Universo. 

Il fascino di Guerriero è che i suoi racconti, soprattutto quelli finali, interpretano e spiegano il pensiero universale dai primordi o presunti tali: in origine, non fu la Luce ma l'Ombra perché niente vive senza il suo opposto: Luce e Ombra, Dio e Uomo, Scienza e Religione, Caos e Ordine, Sogno e Realtà. 

Alla fine, se è vero che Dio (inteso in senso metaforico, dato il punto di vista laico dell'autore) ha "creato" la luce dall'ombra, l'ordine dell'Universo dal Caos, tutte le cose dal Nulla è anche vero che ha lasciato la sua "massima" espressione di creazione - cioè l'Uomo - nella disperazione e nell'angoscia più totali perché, come appunto sostiene Guerriero, è più facile creare che cercare e l'Uomo, a differenza di Dio, il suo significato e il suo destino deve cercarseli ogni giorno in mezzo al caos, all'ombra e al vuoto della vita, che alimentano il rifugio dei sogni... 

Anche per la vastità concettuale dei temi trattati, questo libro è corredato, per pretesa dell'editore, da una piccola biblioteca delle idee, cui l'autore, alla fine, ha contribuito con entusiasmo per dare ai lettori più volenterosi e appassionati anche la possibilità di un sistematico approfondimento.

 


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