GIANROCCO GUERRIERO

Le poesie che seguono sono tratte da "Topologie della mente"


topologie DELLA MENTE

Da che i confini

si son fatti vicini

nell'etere globale

brillano antitetiche

ad Oriente e ad Occidente

due stelle illuminate

da topologie diverse della mente.

E le loro luci si confondono

e le discordanti creste d'onda

si tuffano in un'amorfa

fluttuante zona d'ombra.


corpi SENZ'ANIMA

Potrò amare corpi

non più anime

ora che guardo con disincanto

ai giochi dell'amore.

Potrò amare corpi,

il mio corpo illudendo per un istante

che sia tutt'uno con quell'anima

che mi fa sentire Io.

Vorrei amare corpi senz'anima,

non dover più chiedere al Tempo.

Corpi belli senz'anima.

Per un istante.

Tutti uguali.


FUTURO

Il futuro

è l'unico Tempo reale.

Il passato

si è trasformato in Essere.

Il presente

non esiste.


... giunse all'improvviso

un forte Vento dall'Oriente!

VENTO D'ORIENTE

Ti racconterò

che eravamo assopiti e che il Tempo

frantumato in mille schegge

non conservava niente della propria integrità.

Che erano schegge vendute a caro prezzo,

ma non permutabili con alcunché

che desse un senso alla storia

di questa umanità. Nè ad ogni singola vita.

Intontiti, inerpicati su una lunga scala

sempre più stretta, senza una fine,

che salivamo come tanti automi

solo per paura di ridiscendere

o di fermarci e nell'angoscia

precipitare giù!

Ci odiavamo, in alto, e guardavamo

misericordiosi o con disprezzo in basso.

Ricchi, sazi, ovattati.

Annoiati.

Già, annoiati!

E svuotati dentro, senza memoria;

ubriacati da un presente

immutabile nel suo mutare, ma senza mutamenti.

Questo ti racconterò!

Che eravamo una generazione ingenua,

che non eravamo neanche in grado di capire

perché mai si dovessero costruire

tante armi sofisticate e praticare ancora

giochi di guerra...

quando quei soldi avrebbero potuto alleviare

la miseria di milioni di persone

in un mondo che si era fatto

sempre più vicino

e proprio per questo, forse, ancora più lontano!

Quanto lontano può apparire

a chi vaga nella nebbia

il precipizio che ineluttabile

lo attende dopo soli pochi passi!

Ed il Tempo era la nostra nebbia

infittitasi nelle coscienze,

poiché prende le sembianze dell'eternità,

una sola ora, agli occhi di chi si appresta

ad una gara in cui i centesimi

di secondo faranno la differenza.

Ti dirò che questo era il progresso

al quale innalzavamo altari,

e sacrificavamo agnelli.

Vite umane, più spesso!

E che tutto il Mondo,

pensavamo, fosse il nostro mondo

e che neanche più discernevamo

un film dalle immagini crude

rubate in Africa oppure in Palestina

e buttate in un TG all'ora di cena.

Immagini qualunque, impresse sulla retina

per qualche istante, giusto il tempo

di mandar giù un altro boccone

e far valere il potere

di chi fra le mani

stringe un telecomando!

Questo ti racconterò.

Poi, dopo un lungo silenzio,

ti racconterò del giorno

in cui un forte Vento

giunto dall'Oriente

ci ridestò di colpo.

Dal robotico, frenetico, sonnambulesco

ricalcare i nostri stessi passi.

Di un Vento distruttore

fatto della nostra stessa forza,

vivo della nostra stessa aria,

sprezzante della nostra Volontà

(se Volontà di qualcosa di sensato

c'era ancora nelle nostre menti!)

E che quel Vento cambiò il mondo...

Che in esso videro un Dio,

un Dio giustiziere,

gli oppressi dalle radici profonde

ed invisibili dei pilastri del progresso.

Ed oppressi, prima ancora,

da quello stesso Dio!

Ma cosa mai è un Dio?

Ti racconterò, così, di quando

coesistevano più dèi

a portar consolazione e ad infondere coraggio

agli uomini comuni ed agli eroi,

a navigatori di flutti sconosciuti.

E poi di quando essi furono riuniti

pericolosamente in un sol nome

(Tanti, la implica; Uno non tollera diversità!)

anche se diverso

a Oriente e ad Occidente.

E di quante vite perirono nei secoli

trafitte da fredde lame, crocifisse,

lapidate, di stenti,

in nome dell'uno o l'altro Dio.

Droga per le menti,

altro che Dio!

Ti dirò senza alcun dubbio

che preferirei credere, piuttosto,

nel mondo delle Idee

del vecchio Platone.

Sono più innocue, lassù nell'Iperuranio

e non inculcano odio in quelle anime

che un giorno torneranno

sotto chissà quali spoglie, quale

lingua, quale strato della vita!

Esige rispetto per la diversità

il mondo di Platone.

Crederei a lui piuttosto

se proprio volessi inebriarmi

di favole la mente!

E ti dirò che a Lui, in qualche modo,

attinsero gli "autori" di quel Dio,

i furbi rappresentanti in terra

dell'uno e l'altro Dio

(Dio: puro significante scevro

di qualsiasi significato vero!).

Attinsero e poi distorsero

a piacimento, secondo necessità

(di fama e di potere, naturalmente,

non certo di pace e di amore per l'Umanità!)

Ma attenta! ti racconteranno

di persone sante

di uomini pii che sacrificarono se stessi,

che fecero miracoli in Suo nome.

L'addurranno come prova!

Non dovrai credere a chi ha il cervello

intriso d'oppio fino all'ultimo neurone!

Ti dirò che, Quelli,

un Dio ce l'avevano nell'anima

e che solo un'arcana magia (chiamata fede)

e ad essi stessi ignota

li induceva a credere ed a predicare

che quel Dio regnasse fuori

dal loro stesso corpo e dalla mente!

Noi siamo Dio!

Noi Satana, anche!

persi in una danza che li confonde,

li divide, li rende uguali,

sotto una fioca luce

riflessa dai reticoli del tempo!

Questo ti dirò, un giorno,

quando ti racconterò del Vento.

Del Vento che ci svegliò!

E che la pace

non sempre porta pace

né la guerra, guerra;

non finché (e sarà forse sempre)

cancrene di prepotenza e di ottusità

prospereranno e si nutriranno

dagli stessi tessuti che le hanno generate.

Che la stupidità è quella destinata

sempre a vincere ed a regnare.

Che se una voce forte, autorevole

manda messaggi di odio, grida

vendetta, anziché giustizia

e non è capace di uscir fuori

dalla misera umanità che le compete,

ci sarà sempre qualcuno, il giorno dopo,

pronto a massacrare il vicino di casa

colpevole, magari, soltanto di pregare

in maniera diversa un altro dio.

O per il diverso colore della pelle!

Questo ti racconterò:

che giustizia ed odio sono cose diverse;

che non vale la pena d'ascoltare

i falsi pacifisti né i guerrafondai.

Che non è saggio attendere

il castigo della morte

per riempire di senso

i vuoti della vita!

E ti ricorderò,

nelle notti d'estate,

quando il silenzioso ordine delle stelle in cielo

pare riflettersi su questa Terra,

che il mondo continua anche sotto l'orizzonte

dove non brillano le stesse stelle,

dove potrebbe in quello stesso istante

germogliare un Vento impercettibile.

E farsi forte.

Ed investirti all'improvviso.

Che venga da Oriente o da Occidente.

Di non dimenticarlo.

Questo ti racconterò...

... Aurora ...

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