Cenni biografici
Invece su Pasquale Mainenti
(figlio di una sorella dell'Albani, Maria Teresa Imelde) possiamo
tentare di operare una sintesi, tenendo sottocchio il complesso della
sua opera e della sua figura. P. Mainenti è lo scrittore più
complesso e ricco che il nostro paese abbia prodotto. Nato a Genzano di
Lucania il 21 febbraio 1913 e laureatesi in Lettere, ha insegnato per
più di un trentennio nelle scuole medie di Potenza e di Napoli. Se
avesse avuto una conoscenza altolocata o una cattedra universitaria o
una casa editrice disposta a rischiare avrebbe certamente conquistato
una fama diversa da quella attuale. Purtroppo la novità della sua
concezione estetica e della sua opera è rimasta alla periferia della
grande letteratura. Il Mainenti è sostenitore di
una poesia pura, una poesia in cui il sentimento «si fa integralmente
parola», intesa questa «non solo come concetto ma anche come suono».
Perciò necessaria diventa «la distinzione tra parole-mezzo, che usiamo
negli innumerevoli momenti della nostra attività, sia pratica sia
culturale al di fuori del momento della creazione poetica, e
parole-sentimento che si rinvengono nelle vere poesie». (P. MAINENTI,
Estetica
nuova, Roma, Gabrieli, 1980, p. 15 s.) Una tale concezione, se
accettata, comporterebbe la scomoda revisione di giudizi secolari su
tanti poeti, la cui produzione comunemente esaltata sarebbe in realtà
una massa di «suggestivi discorsi» e non vera poesia, che per il
Mainenti è «lirismo, palpito d'anima che si fa concreto, appunto
perché si riversa nella parola tutta di cui tanta parte è il suono»,
il ritmo, la vicinanza e la ricorrenza di certi gruppi consonantici e vocalici. Il problema
estetico ha accompagnato la sua attività artistica, chiarendosi e
arricchendosi. Le tappe fondamentali di questo sviluppo sono:
Estetica
(Milano, Castaidi, 1952), un brevissimo lavoro pubblicato il 1952 e
menzionato dal Croce sulla rivista «Lo spettatore italiano» (ora in B.
CROCE, Terze pagine sparse, Bari, Laterza, voi. I, 1955, p. 161);
Discorso
nuovo sulla poesia (Napoli, Ed. Cenacolo, 1972) e la già citata
Estetica nuova che racchiude in modo definitivo tutto il suo pensiero. Improntati a questa estetica
sono i diversi saggi critici su autori e momenti della nostra
letteratura: si ricordino almeno la Letteratura italiana,
Milano, Castaidi, 1957, Miti letterari e verità, Milano,
Castaldi, 1959 e i vari articoli apparsi sulla rivista Silarus. A partire dai 18 anni ha
pubblicato varie raccolte di versi da lui stesso oggi giudicati soltanto
dei «suggestivi discorsi». Di recente però ha pubblicato Nell'ombra
e nella luce
(Roma, Gabrieli, 1980), 16 liriche che vogliono
essere, nell'intenzione dell'autore, un esempio per chi desideri
«creare poesia pura». Le 16 poesie sono accompagnate da un commento
estetico che spiega, verso per verso, la loro essenza poetica. Mainenti, oltre che critico e
poeta, è anche un romanziere. Ha pubblicato i romanzi: Marco
Varena, 1963 e Vento di marzo, 1964 entrambi presso
l'editore milanese Castaldi; Nella tormenta, Padova, Rebellato, 1968 e
Se
l'amore ripassa il mare (Napoli, Conte, 1973), segnalato al
Premio Basilicata 1973 e ritenuto da qualche critico uno dei più vivi
della letteratura contemporanea. Da poco è uscito l'ultimo (per
ora) romanzo intitolato Alla deriva (Napoli, Conte, 1979),
nel quale sono rappresentati alcuni aspetti, fra i più inquietanti e
drammatici, della società degli anni sessanta. Questo romanzo è stato
segnalato al Premio Basilicata 1979. (*)
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(*) Fonte: M. Battaglino, Origine di Genzano di L.,Potenza, Zafarone & Di Bello, 1981