DONATO MUSCILLO

Cenni biografici

DONATO MUSCILLO nasce a Genzano di Lucania il 30 ottobre 1950, si laurea in Geologia e dal 1975 insegna nella scuola media. Già vincitore nella rosa dei finalisti al Concorso Nazionale di Poesia “ PREMIO RABELAIS “ 2002  Offida ( AP). Ha pubblicato nel 2005 il volumetto “DAGHERROTYPA INZANE “. Primo classificato al Concorso nazionale di poesia “Isabella Morra”, seconda edizione 2007 di Valsinni, MT; nel 2008 si è classificato I° al Concorso di poesia in lingua dialettale " Albino Pierro ", Tursi (Mt), giunto alla IV edizione, nella sezione opera inedita con la raccolta " I cëniscë ".

Hanno scritto di lui:

Maria  Manuppelli :  "... La stessa anima  attraversa le liriche che cantano l’amicizia , i sentimenti , gli affetti e fluisce, vibra, si disvela nella moltitudine cangiante di forme, caratterizzazioni, personaggi, voci, storie della sua Lucania alla quale egli è legato da forte senso di appartenenza, compiacenza e identificazione. Il poeta evoca la  sua terra con il trasport e la tenerezza di chi da essa non ha mai preso commiato ..."

Angela Menchise: "Uno dei più devoti sacerdoti della lirica dialettale lucana è Donato Muscillo, nato a Genzano di Lucania il 30 ottobre 1950, trasferitosi a Foggia, ove ha custodito in un tempio il suono della sua terra, tra gli sprazzi di tempo concessigli dalla sua professione di docente ..."

Romeo La Capria, in un commento a “Dagherrotypa Inzanë”: "... Converrà gustare questi versi, come quando ci si trova di fronte a un bell’affresco. Qui v’è l’affresco dell’anima! Ecco, quindi, stagliarsi di fronte a noi il Vulture, uno dei luoghi-emblema della terra lucana, fitto di boschi e verdeggiante. Ecco la Val Bradano punteggiata del cardo selvatico, degli incredibili fiori bluastri. Ecco i campi di stoppie ardenti. Ecco il caratteristico borgo antico con le sue voci e le sue stradine. E su tutto sembra spandersi il profumo viola dell’aglianico, già cantato da Orazio duemila anni fa.”

Per i tipi della stampa digitale de " ilmiolibro.it " ha recentemente pubblicato:

  • Il real feudo di Monteserico. Contributo ad una storia del paesaggio agrario della terra di Genzano di L. - Lo trovate qui

  • Raccontare il poco. Versi, dialettali e non, su cose genzanesi. - Lo trovate qui

 

Donato Muscillo

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Dalla raccolta "Raccontare il poco": Inzanis

GENZANESI

quelli del paese di sotto e quelli del paese di sopra

Pezzenti ed alteri, focosi e cafoni,

allegri e compagnoni.

Quelli di sopra di meno.

Ironici e di cuore aperto, salaci ma generosi.

Quelli di sopra di meno.

Sfrontati e bugiardi, gentili ed onesti.

Quelli di sopra di meno.

Poveri ma lavoratori con l’odore di letame addosso.

Quelli di sopra di meno.

Passionali e di spalle larghe e mano forte

e le donne tutte belle, con carni bianche e rosse.

Quelli di sopra di meno.

Mi hanno detto che non ci più basciaioli.

Forse non ci stanno più montaioli.

Di Genzano insomma che cosa ci è rimasto ?

INZANIS

Basciaiùlë e muntaiùlë

Pëzzint e granëzzus, fucus e cafun

allègrë e cumpagnunë.

I muntaiùlë dë ménë.

Sfuttint e córë apirt, lènga lònghë e gënërósë.

I muntaiùlë dë ménë.

Faccë dë cazz e busciard, gëntilë e unèstë.

I muntaiùlë dë ménë.

Puëridd e fatëatur, chë la pózzë dë rumat ncudd.

I muntaiùlë dë ménë.

Ncazzus spadda larghë e mana fòrtë

e i fèmënë bèllëfatt, chi carn bianchë e ròss.

I muntaiulë dë ménë.

M’hann détt ca nòn cë stann  chió basciaiùlë.

Fòrsë nòn cë stann chió  muntaiùlë.

Dë Inzanë chè cazz c’è rumasë ?

 


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