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GIUSEPPE PEDOTA
Biografìa essenziale Riferita solo ai ragguagli ufficiali riguardanti l'iter delle mostre, degli scritti e dei personaggi attinenti all'arte |
Giuseppe Pedota nasce a Genzano di Lucania (Potenza). Infanzia tra Genzano e Tricarico. Dall'età di cinque anni compie studi musicali con lo zio Lombardi. Studi medi e ginnasiali a Potenza tra i gesuiti ove subisce anche un piccolo processo per manifestazioni paranormali. Dà concerti d'organo e pianoforte. Compie gli studi classici a Potenza. Di formazione laica, instaura legami con Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Vito Riviello etc.. Con quest'ultimo riunisce il meglio dell'intellighentia lucana di allora proponendo un inedito ed importante centro di dibattito politico e culturale.
Per le prime libere elezioni disegna grandi murales in piazza Sedile a Potenza e saggi sull'analfabetismo in Lucania, insieme a Carlo Levi. Primi tentativi di teatro nuovo con Orazio Gavioli. Prima mostra d'arte figurativa al liceo classico del capoluogo lucano.
Scrive un volume a quattro mani con Vito Riviello sulla nuova estetica (1950). Con questi, primo viaggio a Parigi per incontrare Sartre e il suo entourage francese degli anni cinquanta. Più tardi, nel '64 sempre a Parigi, conoscerà Borges, che gli dedica una poesia.
Lasciati gli antichi amici, inizia a diciannove anni il lungo viaggio verso il nord: si trasferisce a Cremona per lavoro. Si lega a Crippa, Fontana, Kodra, Buzzati, Vittorini, Roversi. Per reazione a certi modi e mode d'arte si dedica per motivi di lavoro soprattutto all'architettura, al design, alla pubblicità, a scenografie. Tra i lavori degli anni '60, la commissione per gli interni dei "due Foscari" di Busseto; gli interni totali del cinema Vittoria di Crema.
Alcuni progetti, come la villa Kesten a Ginevra sono considerati esempi ante litteram di bioarchitettura. Vince il secondo premio internazionale per le vetrate d'una chiesa a Firenze (1965). Partecipa a concorsi e premi solo su invito.
A Cremona, mostra personale con interventi di E. Fezzi (1965). A Roma, mostra personale di pittura e scultura con catalogo titolato dai curatori "Pittura sovvertitrice, Pittura dell'inconscio'', con testi di F. Selva, Vito Riviello, Ernst Zeisler, Sebastiano Carta con una poesia dedicata (1968).
A Matera, personale alla "Scaletta" con presentazione di Franco Palumbo (1970). A Milano, personale all'Eidac con interventi di V. Palazzo, Carlesi. In un'asta di maestri contemporanei a Milano viene per la prima volta quotato a livello internazionale (1970). E' invitato a Palermo dove allestisce una mostra personale di pittura e scultura alla "Trinacria" (1972). Il catalogo è di Ugo Moretti con testi dello stesso, mentre alla vernice interviene con una prolusione Leonardo Sciascia. Testi critici sui maggiori quotidiani, reti tv-rai3. Recensioni di Grasso e Servello su "Le Ore" e "II Giornale di Sicilia"; testo di N. D'Alessandro su "Prometeus".
Nella primavera del 73 è chiamato a dirigere la "Trinacria" dove allestisce tra le altre un'importante Antologica al suo amico Tot. Segue poi quest'ultimo, titolare di seminari di scultura in campus universitari durante un iter americano. Visita a New York i più importanti studi di artisti americani (Kleinman Robert, N. Y. "Tormentingly poetic", 1974).
Viene pubblicata sull'enciclopedia Unedi una scheda con intervento di M. Aschelter "The auricular transfiguration".
Nel '73 si trasferisce in Versilia ove fonda la Galleria "Contrarte", la vernice è con i più grandi primi astratti italiani. Mostra personale alla "Contrarte" e recensione su "La Nazione" di Corrado Marsan. La rivista Arte 2000 gli dedica un editoriale di due pagine con testi di Enrico Buda. Lo stesso autore gli dedica la copertina della sua rivista d'arte veneziana "La Vernice".
Nel 74 è ad Amsterdam per una mostra di progetti di architettura e design industriale. Di Deussen Franz è il saggio per la personale ad Amsterdam. Nel 74 ancora, ottiene su invito, su 300 concorrenti il primo premio assoluto di pittura "Oscar d'oro" in Versilia. Interventi di Migone, Falossi, Gentile, Del Bono, Grotti, Dall'Acqua e recensioni sui maggiori quotidiani e riviste d'arte. E' invitato a numerose mostre nelle maggiori città europee.
Nel 1975 è a Parigi. Abbandona ogni attività artistica per dedicarsi con un maestro allo studio della conoscenza esoterica.
Nel 1978, al Festival dei due mondi a Spoleto con una personale ed una cartella serigrafica intitolata "Alti e bassi degli astri", che viene più tardi pubblicata dal "Labirinto" di Roma. Ottiene la direzione di una serie per una televisione privata su "L'altra scienza". Nel 1978, mostra personale al "Centro Morandi" di Roma.
1978-1980, viaggi nel nord Europa. Viene scelto da una delle maggiori menager art mondiali per una serie di personali e lancio internazionale a Parigi, Ginevra, Londra, ottenendo per l'occasione l'approvazione di C. G. Argan che aveva visionato le sue opere. Ma si allontana dal circuito dell'arte per seguire studi di altre discipline. Ha nel frattempo acute dissonanze con molta critica imperante per il "modus" di gestire da parte di quest'ultima le istanze dell'arte degli anni 70-80.
Art director per riviste quali "Publisher's Leadership Division", per i quali scrive anche una serie di articoli sull'intelligenza artificiale ed una seconda serie su "L'altra Dimensione".
1979, mostra personale a Monaco. 1982, retrospettiva a Palazzo Renzi in Roma. Gli viene conferito nel 1983 il "Gold art" ed un cortometraggio sull'artista si sofferma sugli incontri internazionali a Roma e Los Angeles (1985).
1986. Retrospettiva al centro culturale della Banca d'Italia di Roma. 1987, è chiamato ad affrescare la "Cappella di Capo d'acqua" di Genzano di Lucania, la sua città natale.
1992. Personale a Taranto con intervento filmato su testi di Battino per la TMC. 1993. Illustrazione de "il passaggio della TV" per i tipi dell'"Elytra" di Reggio Emilia.
Mostre personali nell'estate del '94 ad East Hampton, Manhattan e a S. Francisco.
Nel frattempo elabora un lavoro sinora mai tentato di illustrazione e rielaborazione critica e fìlosofica de i "King" anche alla luce delle nuove ricerche cosmologiche. Dal '95 è redattore e art director della rivista di letteratura "Poiesis". Illustrazione a tavole grafiche del poema in terza rima "Erratico" di Pino Elio Ligotti. E' anche in fieri una mostra di sole incisioni attuate dal Pedota insieme alla figlia Alessandra, liutaia di Cremona e giovane valente incisore e scultrice.
Dante Maffìa gli dedica un saggio retrospettivo (agosto 1995). Giorgio Linguaglossa presenta le poesie di Giuseppe Pedota nel numero sette di "Poiesis" (settembre '95); nel medesimo numero firma il "Manifesto della Nuova Poesia Metafisica". L'autore si è sempre rifiutato di seguire un iter ortodosso di pittore e scultore; ha avuto bisogno di lunghi silenzi e pause di lavoro per dedicarsi allo studio di altre discipline. Le sue mostre sono state quindi saltuarie e non metodiche.
E' collezionato, pubblicato e recensito a livello internazionale. Designato da molti come un maestro dell'arte contemporanea è però la sua arte di ardua assimilazione agli "ismi" ed alle correnti di moda. Formule obsolete e stereotipiche non sono adeguate all'analisi critica di un'opera cinetica e siderea come quella del Pedota. La morfologia galattica, la forma fluido-magnetica e le personalissime articolazioni del magma compositivo, modulato su cortocircuiti intuitivi più che concettuali, tutto ciò lancia questa pittura oltre il concetto di rappresentazione, permettendo la possibilità di una continuazione all'infinito.
Il micro-macrocosmo è scandagliato al limite ed oltre l'apparenza, nella pura intuizione dell'uomo finalmente liberato e padrone del "suo" universo.
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