GIUSEPPE PEDOTA (il poeta)

Pedota, il pittore

Cenni biografici

Giuseppe Pedota nasce a Genzano di Lucania nel 1934. Già bambino dà concerti d'organo e pianoforte, esegue pittura da cavalletto e si dedica alla scultura. Stringe legami di amicizia con Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Vito Riviello, Dino Buzzati, Vittorini e, per quanto riguarda i pittori, con Crippa, Fontana e Kodra. Nel 1964 a Parigi incontra Jorge Luis Borges. Negli anni parigini Pedota, seguendo il suo nomadismo intellettuale, si dedicherà all'architettura, al design, alla pubblicità, alla scenografia. Mostre personali della sua pittura vengono allestite a Roma, Matera, Milano e Palermo. Nel 1974 è ad Amsterdam per una mostra di progetti di architettura e design industriale. Partecipa in quegli anni a numerose mostre in varie città europee (Parigi, Ginevra, Londra, Monaco).

Per dettagli biografici, si veda la sezione biografia

Ha pubblicato:

  • «Equazione dell'infinito» (Ed. Scettro del Re, Roma, 1996)

  • «Einstein: i vincoli dello spazio» (Ed. Scettro del Re, Roma, 1999)

  • «Acronico» (Poesis - Numero speciale 32 - Ed. Scettro del Re, Roma, 2005)

 

 

Visita il sito ufficiale di Giuseppe Pedota

il 15 maggio 2011, in occasione del 1° anniversario della scomparsa di Giuseppe Pedota, si è realizzato a Potenza un evento commemorativo in cui si è annunciata, anche, l'antologica 2011-2012 contenente una serie di iniziative e manifestazioni per ricordare e celebrare il grande artista.

 

15 maggio 2011:

 

Commemorazione in ricordo di un amico

  


Bello e struggente questo omaggio a Giuseppe Pedota realizzato da Lieto Colle (casa editrice molto presente nell'attività di ricerca critica e poetica di Giuseppe). Video e musica tratti dalla rete. Montaggio e mixaggio a cura di Irene Ester Leo.

 

 

Giuseppe Pedota non è più tra noi, ci ha lasciati nella primavera del 2010. Il Maestro, da sempre buon musicista e di palato assai fine, avrebbe certamente gradito una ”Partita for flute solo” di J.S.Bach,  ma io voglio dedicargli questa straordinaria esecuzione di Ian Anderson del 1976. E per una ragione molto semplice, Anderson era uno che non stava a lungo sui binari, seguiva strade sue e usciva spesso dal seminato. Proprio come Pedota che ora, se potesse ascoltarlo, seguirebbe divertito il flauto di questo folletto e se la riderebbe del mondo intero. (Anderson è stato il leader di un gruppo rock molto noto negli anni 70, i Jethro Tull, tuttora ancora attivi). Sono sicuro che a Giuseppe piacerebbe questa esecuzione perché non gli sfuggirebbero le strane armoniche similitudini tra il flauto di Ian e la sua pittura, le bizzarre assonanze, le incredibili euritmie tra le note di Anderson e la sua poesia.

Mettete l'audio al massimo e godiamoci questo pezzo in onore e ricordo di Giuseppe Pedota, uno tra i grandi del XX secolo.


Stella segreta

 O mia stella segreta come l'ombra

dell'altra luna

se le finzioni del cuore preservassero

dalle comete amare

io tramerei un bozzolo di luce

per incontaminarti

e appannerei il mio specchio con un alito

senno

 

ma il mio riflesso è un tempo

che si diverge in più futuri

innumerabili

 

le ragioni segrete

che dipanarono i tortuosi

sentieri del Minotauro

assaltano il mio labirinto

dove l'alfa si tocca con l'omega


Se l'opera di Pedota, pittore e scultore, è unica nel panorama artistico, tale unicità si avverte in ogni fibra delle sue parole in versi, come fossero cosa solida e palpabile. E la sua poesia, a-tipica, in-comparabile, stra-ordinaria (intesa nel senso classico del termine: extra-ordinàrius, oltre l'ordinario) è lì, come pietra miliare ad indicare il passo, a palesare un sentiero, anzi, a rivelare il sentiero. Unico e possibile.

Il poeta è duro, inflessibile, a tratti severo eppure dipana il suo canto dolcemente conducendo per mano, pazientemente, in un mondo altro, nel suo mondo. Ed è lirica. Pura. 

Ma attenzione. Il ramingo Pedota in versi è assolutamente indigeribile, la sua poèsis ha peso e spessore che sfugge a qualsiasi misura, resta nello stomaco, staziona fluida, come sospesa, e si metabolizza lenta-mente.

E lentamente levita alla mente, come il nostro aglianico vulturino, lasciando poi l'incauto lettore ebbro e stupito a ruminare... a leggere e rileggere ancora. Solo allora sarà possibile sentire una luce parlare, lieve, dal più profondo dei recessi, dal più intricato labirinto, dal più vero essere.

Invito gli "animi sensibili" a procurarsi al più presto la recente pubblicazione di Pedota, "ACRONICO", un prezioso volumetto che raccoglie in antologia gli scritti di Pedota preceduti da saggi di eccellenza su e per il poeta.

La collana Pòiesis, e quindi il numero speciale 32 "Acronico", è reperibile in tutte le librerie Feltrinelli. Si può ricevere anche a domicilio sottoscrivendo un abbonamento annuale di soli 18 €

info: 06/5414192  --  contatto

Detto questo, riflettiamo un momento su queste tre semplici asserzioni:

  • Pedota è pittore e scultore

  • Pedota è scrittore e poeta

  • Pedota è musicista

Le tre asserzioni sono tutte singolarmente ed intrinsecamente inattendibili poiché visioni parziali del genio creativo di Pedota che non vi può essere associato compiutamente: se affermiamo che Pedota è pittore e scultore dimenticando di dire che è, prima o contemporaneamente, scrittore e poeta, ed anche prima o contemporaneamente, musicista, non rendiamo onore alla verità che in questo caso è, per così dire, trina, cubica.

Pedota è artista alla terza potenza, un geniale e bizzarro folletto che assegna all'arte e alle sue poliedriche manifestazioni il ruolo di solido baricentro della sua cosmogonìa. Passa da una disciplina all'altra con noncurante disinvoltura e, anzi, maneggia, plasma l'una con la materia dell'altra, con gli strumenti e le tecniche dell'altra.

Come non vedere una mirabile opera pittorica nella splendida Lucania lucis? Certo Pedota affrescava la parete del tempo e della storia quando pose mano a quest'ode. E come non coglierne il timbro, il ritmo, la sonorità musicale? A tratti sembra scorgere una sequenza che fu detta divina, un costrutto aureo di geometrica bellezza.

Se "la musica è il suono della matematica" (Mizler), il suono dell'opera pittorica di Pedota è la sua poesia e questa, a sua volta, è la sua genesi musicale.

D'altra parte, gli esempi non mancano. 

Schiller era musicista: "Quando mi accingo a scrivere una poesia, nel mio spirito ne sento tutta la musicalità molto più chiaramente del contenuto". Goethe invece era pittore, tanto che pensò spesso che la sua vera vocazione fosse piuttosto la pittura.

Nietzsche era un musicista. Vi fu un momento in cui volle persino cimentarsi nella composizione e fece esaminare da Wagner i suoi tentativi. Di Wagner stesso, Nietzsche dirà: "Come musicista Wagner deve essere posto tra i pittori, come poeta tra i musicisti; come artista nel senso generale della parola si deve porre tra gli attori".

Raramente l'Arte adopera un solo attrezzo o fluisce in un solo fiume, al contrario, invece, il suo vasto oceano "unicizza" le sorgenti e ne rende possibile la sincronia. L'Arte è poliglotta, incide il suo codice genetico in lingue che solo all'apparenza sono diverse, è una sorta di Esperanto, materia e strumento per rappresentare quel che è stato, che è e che sarà, mediazione col perfetto divenire e, infine, se possibile, tenta il colloquio con Dio.

Gli oggetti di Pedota sono "solidi", la sua fertile cornucopia ci dispensa sempre valori cubici sia che il suo genio creativo generi immagini che suoni o parole. Egli ci presta i sensi per vedere, sentire e finanche annusare quel che è dentro e quel che è fuori, molto fuori, oltre. 

Ma si avverte il limite delle umane possibilità: è necessario sintonizzarsi sulla giusta lunghezza d'onda per apprezzare il sincretismo pedotiano, per ascoltare ed annusare la sua pittura, per vedere e toccare la sua poesia, per palpare la musica che attraversa tutta la sua opera.

Non è tanto nel piano il pentagramma della melodia di Pedota quanto invece nello spazio. Spazio che spesso e volentieri ammicca ad altre dimensioni, oltre le consuete tranquille e rassicuranti.

Il nostro artista incursore è architetto? designer? scenografo? scrittore? pittore? scultore? poeta? musico?

Ogni opera di Giuseppe Pedota custodisce un enigma, è un palpitante enigma …

 

Giuseppe Pedota


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Lucania. Un'opera del 1949

"La theandrìa pietrificata"

Immagine quasi speculare della "Lucania lucis" in Acronico

 

 


Altre sezioni interessati

Genzano di Lucania:

Storia e Monumenti

 

Per le persone meno fortunate di noi:

Opera S. Francesco

 

 

 

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I campi dello splendore - Equazione dell'infinito - Einstein: i vincoli dello spazio - Lucania lucis - Acronico - Groud zero - Agghelos - Viaticum - Il crogiolo - Il bulge e gli eunucoidi - Hattok. Il tempo alieno

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Acronico. Introduzione

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Monismo Androcosmico in Acronico

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Presentazione a Equazione dell'Infinito

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Postfazione a Equazione dell'Infinito

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Poesia come scienza ed esperienza totale

Giorgio Linguaglossa:

Il Modernismo nella Poesia di Pedota

Dante Maffìa:

L'irrealismo magico di Giuseppe Pedota

Beniamino Daniele:

L'arte di Pedota. Il geolo on-line

Flash-back

I campi dello splendore

Equazione dell'infinito

Naufragio impossibile

Autoritratto

Androgino

Lucania

Tentacoli

Einstein: I vincoli dello spazio

Lucania lucis

A Pedota. Un poemetto in tre atti di Carmine Pietrapertosa


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